sabato, ottobre 10, 2009

Mancino..Comincia la paura...

Roma, 9 ott. - "Ad evitare che i titoli di alcuni quotidiani di oggi, virgolettati, accreditino una trattativa Stato-mafia nel 1992, desidero far presente che intanto si può parlare di una trattativa intavolata con lo Stato in quanto ad autorizzarla abbia dato il suo consenso chi del Governo all'epoca aveva la legittima rappresentanza: il Capo del Governo, il Ministro dell'Interno o il Ministro della Difesa". Lo afferma, in una nota, il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, a proposito della puntata della trasmissione 'Annozero' andata in onda ieri, specificando che "per quanto riguarda la mia responsabilità di Ministro dell'Interno confermo che nessuno mi parlò di possibili trattative".

"Il riferito incontro, come ricostruito ad 'Annozero' dall'Onorevole Claudio Martelli, fra il capitano Giuseppe De Donno e la dottoressa Liliana Ferraro, all'epoca responsabile dell'ufficio del Ministero della Giustizia già ricoperto dal giudice Falcone, incontro durante il quale il capitano De Donno rappresentava la disponibilità di Vito Ciancimino a collaborare a fronte di garanzie politiche, si concluse - prosegue Mancino - con l'invito rivolto dalla dottoressa Ferraro al capitano De Donno di parlarne al giudice Borsellino, incaricato delle indagini. E' questa una trattativa?".
"Quale responsabile, all'epoca, della sicurezza posso confermare - aggiunge Mancino - che detti immediato e decisivo impulso sia alla messa a punto e alla approvazione parlamentare di provvedimenti legislativi adeguati a rafforzare l'azione di contrasto alla mafia e delle conseguenti misure di sicurezza per i detenuti più pericolosi, sia alle indagini allora in corso, indicando priorità degli obiettivi da assicurare alla giustizia e fornendo agli investigatori gli adeguati strumenti di uomini e mezzi. Tale azione dette in pochi mesi frutti mai raccolti nel passato".
"Circa il presunto incontro al Viminale con il giudice Paolo Borsellino il giorno del mio insediamento, 1° luglio 1992, ribadisco - sottolinea Mancino - le mie ripetute dichiarazioni, confermando di non avere avuto, né quel giorno né successivamente, alcun colloquio con il magistrato. Dal momento che il pentito Gaspare Mutolo è stato citato anche durante la trasmissione televisiva di giovedì 8 ottobre ultimo scorso, allora lo si citi per intero. Infatti, alla domanda di Mutolo, rivolta al giudice Borsellino, sul perché fosse tornato dal Ministero 'tutto arrabbiato, agitato, preoccupato', Borsellino risponde, secondo quanto lo stesso pentito dichiara: 'Viceversa del Ministro mi sono incontrato con il dottor Parisi e il dottor Contrada'".
"La testimonianza di Mutolo è agli atti giudiziari ed è riportata per intero in un volume di cui è coautore uno degli ospiti presenti ieri nella trasmissione. Tutto ciò - rileva Mancino - non è sufficiente per provare chenessun colloquio ci fu tra il Ministro e il giudice in quel giorno?"
"La fantasiosa ricostruzione, poi, dei motivi della sostituzione del Ministro Scotti con altro Ministro, 'più moderato', è superata - rivendica Mancino - da tutto ciò che quel Ministro, io stesso, fece, e dai successi ottenuti nella lotta contro la criminalità organizzata, come possono testimoniare i Presidenti Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro, il Senatore Lauro, il Vice Capo della Polizia Prefetto Rossi. Altro che linea morbida rispetto all'altra linea dura!".
"Ripeto con fermezza che le fantasiose illazioni di cui sono oggetto sono smentite dai fatti oltre che dalla loro intrinseca illogicità. Se schegge o apparati di servizi deviati hanno commesso azioni illegali, ciò deve essere dimostrato dalla magistratura. La magistratura proceda anche a verificare le eventuali coperture. Sono certo che la verità potrà essere dimostrata dalle indagini giudiziarie e solo da queste", conclude Mancino.

Fonte: Adnkronos

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