martedì, settembre 30, 2008

La DIA si esprime...

ROMA - Cosa nostra sta vivendo una "situazione di crisi" grazie ai colpi messi a segno dalle forze di polizia, ma l'attenzione deve rimanere comunque alta perchè la mafia si farà carico di una "profonda riflessione strategica" che non è ancora chiaro in cosa sfocerà.
È quanto scrivono gli uomini della Direzione investigativa antimafia relativa ai primi sei mesi del 2008, consegnata al Parlamento sottolineando che in questo contesto, l'atteggiamento di Confindustria Sicilia va valutato positivamente.
Gli industriali, è scritto, "con atti concreti si sono schierati contro l'organizzazione mafiosa, assumendosi precise responsabilità e rischi personali, testimoniando così l'inizio di un percorso virtuoso nell'ambito di un graduale estensione della cultura della legalità".
Secondo la Dia sono stati gli arresti di Salvatore e Sandro Lo Piccolo ad accentuare la crisi. Gli arresti hanno infatti provocato "fibrillazioni e disorientamenti non trascurabili, non solo per l'indubbia valenza oggettiva ma anche perchè hanno consentito l'acquisizione di preziosissimi documenti circa gli 'interna corporis' del sistema mafioso e hanno favorito atteggiamenti di collaborazione con la giustizia di taluni gregari arrestati".
Cosa Nostra vive dunque una situazione di "stasi" che "tende a frenare l'autonomia raggiunta dalle varie componenti, come pure qualsiasi attività illecita e i conseguenti aspetti decisionali nei rispettivi territori di competenza". Qualcosa che tocca anche quello che attualmente gli investigatori continuano a ritenere il boss più pericoloso in circolazione, Matteo Messina Denaro.
Attenzione però, perchè "è ipotizzabile - avverte la Dia - che Cosa Nostra si farà carico di "una profonda riflessione strategica per definire più sicuri moduli strutturali e operativi atti ad assicurare una maggiore impermeabilità delle attività investigative nei confronti del tessuto decisionale e un rinnovato substrato di consenso".
Riflessione già iniziata visto che le indagini registrano "diversi spostamenti di uomini d'onore, soppressione o accorpamento di famiglie, un diversa definizione delle zone d'influenza dei mandamenti".
Cori e applausi per Matteo Messina Denaro al Pagliarelli. Il boss mafioso tuttora latitante è considerato da investigatori e inquirenti come l'attuale leader di Cosa nostra. L'episodio risale ai primi mesi dell'anno ed è riportato nella relazione semestrale che la Dia ha consegnato al Parlamento.
Gli uomini della Dia scrivono infatti che nel carcere "Pagliarelli di Palermo, in occasione degli ulteriori arresti dei favoreggiatori di Lo Piccolo, molti dei mafiosi detenuti, soprattutto quelli di origine trapanese, in coro e con applausi finali, hanno inneggiato al predetto latitante".
Una "plateale manifestazione che, "oltre a rappresentare un modo per esaltare ulteriormente la caratura criminale di Messina Denaro, quale personaggio di riferimento nel periodo di crisi dell'associazione mafiosa, lascia anche intravedere il livello di malcontento dei detenuti mafiosi per le politiche gestionali del vertice di Cosa nostra palermitana".
29/09/2008
Fonte: La Sicilia

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