ROMA - E' scontro tra Contrada e la famiglia di Borsellino. L'ex funzionario del Sisde vanta un'antica amicizia con il magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio. "Avevo ottimi rapporti, eravamo amici", dice l'ex-generale di Ps condannato a dieci anni di reclusione per appoggio esterno alla mafia, ma la vedova e i figli dell'ex procuratore smentiscono: "Mai rapporti di collaborazione, tanto meno di amicizia".
Rita Borsellino, sorella del magistrato e parlamentare regionale, sono giorni che ripete che Contrada non ha diritto ad alcuno sconto della pena: "Non sono crudele ma pretendo giustizia. Mio fratello non è morto nel suo letto. La grazia concessa ad un condannato per mafia sarebbe un precedente pericoloso".
Ma Contrada replica che tanto animosità contro di lui non è giustificata tanto più che con il giudice aveva un ottimo rapporto: "Di Paolo Borsellino ho un grandissimo ricordo", ha detto Contrada al suo legale che lo ha incontrato nell'ospedale Cardarelli di Napoli dove l'ex numero tre del Servizi segreti interni sconta la pena. "Con Borsellino c'era un'ottima collaborazione professionale, ma anche un'amicizia che ci portava a frequentarci fuori dal lavoro".
"Bugie", replicano scandalizzati i famigliari del magistrato ucciso dalla mafia nel luglio '92. "Borsellino - spiegano la vedova Agnese e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta - non ha mai lavorato con Contrada e tra loro non ci sono mai state né amicizia, né frequentazione. Conoscevamo i suoi collaboratori", spiegano i familiari del magistrato. "Contrada non era tra loro". Lo confermano anche i fratelli del magistrato, Rita e Salvatore: "Paolo non ha mai avuto rapporti di amicizia con Bruno Contrada".
Giuseppe Lipera, avvocato di fiducia del generale, ha incontrato anche oggi il suo cliente: "L'ho trovato depresso e molto stanco". Il legale ha chiesto che Contrada rientri nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere o sia trasferito all'ospedale militare del Celio: "E' inaccettabile per un uomo di 76 anni, che già soffre di stato ansioso-depressivo, restare in una piccola stanza, senza possibilità né di aria né di socialità".
In attesa di una decisione del magistrato di sorveglianza, dalla sua stanza di ospedale Bruno Contrada esprime "un grazie di cuore" a tutti coloro chegli hanno espresso solidarietà compreso il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga che nei giorni scorsi si era detto favorevole alla concessione del provvedimento di grazia.
Contrada - che ieri aveva denunciato "il potere giudiziario colpevole di volermi uccidere in carcere" - resta tuttavia combattivo e continua a respingere gli addebiti: "Sono stato condannato per un delitto infamante senza neppure che siano state spiegate le ragioni per cui avrei commesso quel delitto".
Fonte: La Repubblica
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