sabato, dicembre 01, 2007

Arrestati i fiancheggiatori dei Lo Piccolo

PALERMO - I carabinieri del Ros di Palermo hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti favoreggiatori del boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, arrestato il 5 novembre scorso in una villetta nelle campagne di Giardinello in provincia di Palermo.
Gli arresti dei presunti favoreggiatori del boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo sono stati eseguiti su ordine del gip Marina Pino. Si tratta di Gaspare Di Maggio, considerato il reggente della famiglia mafiosa di Cinisi, dell'anziano boss Calogero Battista Passalacqua, detto "Battistone", che era già stato reggente della famiglia mafiosa di Carini, dell'imprenditore Francesco Ferranti, ritenuto vicinissimo ai boss Lo Piccolo, e di Paolino Dalfone, indicato come mafioso di Brancaccio.Tutti sono accusati di associazione mafiosa, mentre a Passalacqua e Ferranti è contestato anche il riciclaggio.
Con questi arresti, gli investigatori, in questo caso i carabinieri, hanno dato un ulteriore colpo alla rete di protezione del boss palermitano Totuccio Lo Piccolo e alla rete di prestanome che gestiscono il tesoro del padrino. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata ad omicidi, narcotraffico, estorsioni, controllo di appalti e forniture per opere pubbliche e impiego di denaro di illecita provenienza.
I carabinieri sostengono che gli arresti scaturiscono "dall'elaborazione di vecchie risultanze processuali del 1998 attualizzate da indagini, condotte congiuntamente dal nucleo operativo e dalla sezione del Ros di Palermo tra il 2002 ed il 2005, sulle dinamiche interne al mandamento mafioso palermitano di San Lorenzo-Tommaso Natale capeggiato dal Salvatore Lo Piccolo". Sull' auto di Gaspare Di Maggio è stata trovata una pistola calibro 22 detenuta illegalmente.
L' imprenditore edile Francesco Ferranti, uno dei quattro arrestati nell'operazione antimafia dei carabinieri, ha partecipato ai lavori edili importanti come quelli per la metropolitana di Palermo e nella ricostruzione post-terremoto in Umbria. Secondo le accuse Ferranti "operava secondo gli ordini ricevuti nel settore degli appalti e delle forniture per la realizzazione di opere pubbliche e private di rilevante interesse su tutto il territorio nazionale".

01/12/2007
Fonte: La Sicilia

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