sabato, dicembre 01, 2007

Franzese parla

PALERMO - "Voglio collaborare con l' autorità giudiziaria per raccontare tutto ciò che so sull'organizzazione mafiosa Cosa nostra, sulla famiglia di Partanna Mondello e sul mandamento di San Lorenzo". Con queste parole si è aperta ufficialmente la collaborazione di Francesco Franzese, 43 anni, l'uomo che avrebbe messo gli inquirenti sulle tracce di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, arrestati in una villetta di Giardinello (Palermo) il 5 novembre scorso insieme ad altri due capimafia. Il mafioso è uno dei capi del racket delle estorsioni palermitano e le sue dichiarazioni fanno tremare i boss e aprono nuovi squarci di luce sul fenomeno.
Franzese, indicato come capo della famiglia di Partanna Mondello è stato arrestato lo scorso 2 agosto. Era ricercato per un ergastolo inflittogli dai giudici di Messina. La sua collaborazione, rivelata il giorno stesso dell'arresto dei Lo Piccolo, venne in quell'occasione pubblicamente smentita dalla Procura. Franzese, in effetti, ha reso la sua prima deposizione ufficiale il 14 novembre scorso, nove giorni dopo l'arresto dei padrini di Tommaso Natale.
Nei primi verbali resi davanti ai magistrati della Procura di Palermo, il neo-pentito ha raccontato agli inquirenti il suo ingresso in Cosa nostra, preceduto da una certa diffidenza: "Salvatore Lo Piccolo non aveva una buona considerazione di me - ha detto - perchè aveva visto che portavo un tatuaggio e probabilmente sapeva che avevo fatto uso di droghe... Le stesse cose erano state dette a Sandro (Lo Piccolo, ndr) da Giuseppe Bruno, che però non le aveva ritenute rilevanti, e infatti mi aveva accolto bene".
Nonostante il suo passato 'scapestrato', Franzese viene ritualmente affiliato in Cosa nostra. Ha raccontato il pentito: "Salvatore e Sandro Lo Piccolo, e (Andrea) Adamo, rimasero un pò in disparte a parlare tra loro, e alla fine Sandro mi comunicò che sarei entrato a far parte di Cosa nostra".
"Sono stato affiliato - ha aggiunto - con una vera e propria cerimonia con la santina e il giuramento... Sandro mi disse che dovevo occuparmi della famiglia di Partanna Mondello". Tra le curiosità emerse dalle prime dichiarazioni, la discendenza del mafioso pentito da un maresciallo dei carabinieri, probabilmente ignota ai Lo Piccolo."Mio nonno materno - dice Franzese - era maresciallo dei carabinieri e mio nonno paterno era un maresciallo dell'esercito".
Ma è lo stesso Franzese a spiegare agli inquirenti che i Lo Piccolo "avevano l'esigenza di riorganizzarsi e di arruolare il maggior numero di persone nella città di Palermo, e ritengo che fosse questa, forse, la ragione per cui non andarono per il sottile, sia con me sia con altri".
Franzese, come emerge dai primi verbali, sta aiutando gli inquirenti a decifrare i "pizzini" sequestrati nella casa di Giardinello ai suoi capi. In particolare, al pentito viene chiesto di individuare i componenti della cosca e degli estorsori dei Lo Piccolo quasi tutti citati nel libro-mastro con soprannomi. Tra i fogli che sono stati sottoposti a Franzese, anche gli elenchi dei destinatari di regali in denaro effettuati dai boss ai picciotti in occasione della Pasqua 2006 e 2007.

30/11/2007
Fonte: La Sicilia

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