mercoledì, marzo 07, 2007

Gela tra Stidda e Cosa Nostra

Vecchie leve del crimine organizzato continuerebbero a strizzare l'occhio verso il mondo del pentitismo: un fenomeno che a Gela continuerebbe a fare proseliti. E, stavolta, tra "i vecchi lupi" della Stidda, un'organizzazione che negli ultimi anni ha vissuto momenti terribili visti i "terremoti" giudiziari che hanno coinvolto decine dei suoi adepti in imponenti inchieste condotte dalla magistratura. Ma nonostante le "mazzate", tra gli affiliati non è maturata la voglia di intraprendere un percorso di legalità. Come è accaduto nell'esercito di Cosa Nostra dove molti soldati hanno deciso di voltare le spalle a quel mondo di malaffare. E se nutrita è la rosa degli ex affiliati a Cosa Nostra (l'ultimo ex è Rosario Trubia, pentito dallo scorso autunno) più scarna appare quella della Stidda, il cui esercito per anni è rimasto ben saldo e fedele al clan. Ora, però, qualcosa sembra muoversi anche all'interno della Stidda dalla quale qualcuno sembra ormai in procinto di defilarsi. Pare che uno dei suoi esponenti storici abbia maturato il proposito di cambiar vita. A questa decisione sarebbe giunto Marcello Orazio Sultano, di 38 anni. Personaggio storico nel panorama criminale, l'ultimo guaio con la legge Sultano l'ha incassato appena due settimane fa quando la polizia lo arrestò con altre 12 persone nell'ambito dell'operazione "Munda mundis" su un presunto giro di estorsioni consumate negli ultimi 10 anni ai danni delle ditte che hanno gestito per conto del Comune il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Sultano era tornato libero lo scorso agosto per avere beneficiato dell'indulto. Era stato arrestato nel gennaio del 2006 dai carabinieri che lo avevano sorpreso sulla SS 117 bis Gela-Catania a bordo di una Suzuki Vitara in possesso di una pistola Beretta 7,65 con matricola abrasa e 49 proiettili. Per la detenzione di quella pistola in primo grado il Gup lo condannò a 3 anni, pena poi concordata in appello a 2 anni ed 8 mesi. Prima di quell'arresto Sultano aveva da poco finito di scontare un'altra condanna a 3 anni che gli venne irrogata per mafia al processo "B-Side". Il suo nominativo balzò agli onori delle cronache agli albori della guerra di mafia di un ventennio fa in città. Fu sospettato di essere stato uno degli artefici della strage della famiglia Polara compiuta il 23 dicembre del 1988, ma da questa accusa venne poi assolto. In questi anni non avrebbe mai smesso di bazzicare negli ambienti della Stidda per quel patto di sangue stretto con l'organizzazione criminale quando era ancora poco più che un ragazzo. Ma dopo l'ultimo arresto avrebbe manifestato il proposito di saltare il fosso e, come fecero anni addietro altre punte di diamante del clan come i tre Iannì ed i fratelli Iaglietti, sembra pronto a dare il suo contributo allo Stato per sconfiggere la mafia che, con i suoi racconti, potrebbe traballare ulteriormente.
Fonte: La Sicilia

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