sabato, marzo 10, 2007

Carnevale in quaresima (di Marco Travaglio)

L’altroieri, secondo martedì di Quaresima, il giudice Carnevale è stato riammesso in magistratura dal Csm, 11 voti a favore, 10 contrari e 3 astenuti. Nel 2003 la Cdl l’aveva ripescato con una norma ad personam ­ di cui lo stesso Carnevale si vanta di essere «ispiratore» ­ per restituire a lui e a quelli come lui gli anni di servizio perduti per processi poi conclusi con l’assoluzione. Assolto in primo grado nel 2000 dall’accusa di mafia, il giudice «ammazzasentenze» era stato condannato in appello nel 2001 e s’era dimesso dalla magistratura. Ma la Cassazione aveva annullato la condanna, sostenendo fra l’altro che le accuse di alcuni suoi colleghi della Suprema Corte, a proposito delle pressioni da lui esercitate per far assolvere vari mafiosi, erano coperte dal segreto della camera di consiglio e dunque inutilizzabili. A quel punto il governo Berlusconi gli spalancò le porte per la grande rentrèe in toga, anche dopo il compimento dei 75 anni, età massima fissata dalla legge. Il Csm precedente (con maggioranza di laici del centrodestra), aveva sostenuto che la legge non si applicava a Carnevale. Ma il Tar e il Consiglio di Stato avevano ritenuto diversamente, pur non pronunciandosi sul reintegro automatico. L’attuale Csm (con maggioranza di laici del centrosinistra), invece, l’ha reintegrato su due piedi.
Così Carnevale, 76 anni, indosserà la toga per altri 6 anni, 6 mesi e 24 giorni, fino a quando ne avrà 83. E tornerà a presiedere una sezione della Cassazione. Qualche ingenuo chiederà: possibile che il centrosinistra, che aveva promesso di abrogare le leggi ad personam, completi l’opera incompiuta del centrodestra? Possibilissimo: dei 5 membri laici dell’Unione, solo 2 (Volpi e Tinelli) hanno votato contro, mentre uno (il Ds Siniscalchi) s’è astenuto e 2 (Mancino, Dl, e Vacca, Pdci) han votato addirittura a favore insieme alla Cdl, a Magistratura indipendente e metà Unicost.
La spaccatura, che non si verificava da anni, indica chiaramente che il Csm non era affatto tenuto a reintegrare Carnevale. L’aveva spiegato, fra gli altri, Livio Pepino di Md, invitando i colleghi a non usare «il comodo alibi di attribuire ad altri (la legge ad personam, ndr) la responsabilità delle proprie scelte». Un conto era «il diritto di Carnevale a beneficiare della legge», un altro il diritto a tornare in servizio. Il Csm ha il potere-dovere di valutare se l’aspirante magistrato abbia o meno i requisiti per diventarlo, e lo stesso vale per chi, strada facendo, quei requisiti li ha perduti. È vero che Carnevale è stato assolto, ma esistono magistrati che, pur assolti, sono stati financo radiati per comportamenti immorali o scorrettezze deontologiche emerse nei processi a loro carico.
La questione penale non esaurisce la questione morale, molto più vasta. Carnevale, intercettato, chiamava «cretino» Giovanni Falcone, insultava lui e Paolo Borsellino («i dioscuri», con «una professionalità prossima allo zero») anche dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio («certi morti non li rispetto»). Non solo: un giudice di Cassazione, Manfredi La Penna, ha raccontato che la mattina in cui era fissato il ricorso dei boss condannati per l’omicidio del capitano Basile, Carnevale l’aveva convocato per raccomandargli di annullare le loro condanne. Non solo: «Da intercettazioni e riscontri ­ ha aggiunto Pepino ­ risulta che, alla vigilia della decisione in Cassazione sul processo maxi-ter a Cosa Nostra, ci fu tra il difensore di un imputato e il dottor Carnevale un colloquio sul deposito, nello studio del professionista, di una valigia con 100 milioni di lire da parte di un emissario di Salvatore Cancemi», cioè di un membro della Cupola. Quanto bastava, secondo Pepino, per rispedire la pratica Carnevale in commissione «per i necessari approfondimenti» disciplinari. Per un voto, la sua proposta è stata bocciata. Ora, per scongiurare l’ennesimo sfregio a Falcone e Borsellino, non c’è che una possibilità: che il Parlamento, come chiede il Pdci (in controtendenza col voto del loro membro laico), inserisca nel nuovo ordinamento giudiziario l’età pensionabile di 75 anni anche ai magistrati ripescati. Carnevale compreso.
Fonte: L'unità

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