giovedì, febbraio 22, 2007

Viaggio di Provenzano a Marsiglia

MILANO - Mario Cusimano, pentito di mafia sentito nell'ambito del processo che si tiene davanti ai giudici della terza Corte d'Assise di Palermo, oggi in trasferta a Milano nell'aula bunker di piazza Filangeri, racconta il viaggio, "tutto compiuto via terra", con cui Bernardo Provenzano, nell'autunno del 2003 si recò a Marsiglia per un intervento medico. Un viaggio, a detta di Cusimano, con qualche peripezia: Provenzano era in camion con Michele Rubino, seguito da Ezio Fontana, Nino Mandalà e Gioacchino Badagliacca, su due auto diverse". Il camion però, "si ruppe e dovettero continuare il viaggio in auto". Per il collaboratore di giustizia, "tutto il viaggio fu organizzato da Salvatore Troia, amico intimo di Mandalà: si occupò del viaggio, di dove dormire e dei documenti", ha raccontato. A detta di Cusimano fu poi lo stesso Mandalà a "riportare indietro" il boss dei boss. Mandalà, imputato insieme a Ezio Fontana e Damiano Rizzo nell'attuale processo, in cui i tre sono accusati dell' omicidio dell'imprenditore Salvatore Geraci, avvenuto a Palermo il 5 ottobre 2004, era colui che, secondo Cusimano, aveva "la gestione dei pizzini" di Provenzano. "Nel 2004 - ha riferito - aveva lui lo smistamento". Poi l' incarico passò a Nicola Rizzo, fratello del Damiano imputato nell'attuale processo. "Una volta lo incontrai in un bar e aveva le tasche piene di questi pizzini", ha proseguito Cusimano, interrogato dal pm Nino Di Matteo. Il collaboratore di giustizia ha poi raccontato di una serie di incontri, che avvenivano con la frequenza di "10-15 giorni" e fino all'agosto del 2004, tra Provenzano, Mandalà, Fontana, Rubino e Francesco Pastoia, un altro favoreggiatore del boss, che dopo l' arresto si suicidò in carcere. Le riunioni avvenivano "sempre di mattina presto" in un magazzino a circa 100 metri da una villa di proprietà di Mandalà e dello stesso Cusimano, nel territorio di Ficarazzi, oppure al minigolf dello stesso paese. "Una volta c'erano i carabinieri e dovettero interrompere un appuntamento e scappare", ha raccontato ancora il pentito.
21/02/2007
Fonte: La Sicilia

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