giovedì, novembre 02, 2006

Stroncato il clan delle rapine

MESSINA - Agenti della polizia di Stato, nel corso dell'operazione chiamata "Nemesi", hanno eseguito 23 ordini di custodia cautelare nei confronti di alcuni indagati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, tentato omicidio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rapina, porto e detenzione illegale di armi e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
I provvedimenti sono stati richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia, coordinata dal procuratore Luigi Croce. L'indagine, condotta dagli investigatori della Questura di Messina, è frutto di attività investigativa condotta dalla Squadra mobile supportata da dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia e riguarda prevalentemente esponenti della criminalità organizzata che operano nei quartieri Mangialupi e Maregrosso della città dello Stretto.
Tra le persone colpite dai provvedimenti restrittivi figurano i responsabili di diverse rapine, soprattutto a danno di uffici postali, e degli esecutori materiali di alcuni tentati omicidi verificatisi a Messina tra il 2000 ed il 2004.
"Da anni - sostengono gli investigatori - nel quartiere Mangialupi si registra la presenza di un gruppo criminale che controlla tutte le attività illecite". Promotori ed organizzatori del clan Mangialupi i pregiudicati Benedetto Aspri, Giuseppe Trischitta e Rosario Grillo mentre affiliati sono ritenuti Giuseppe Arena e Valentino Rizzo, e Rosario Tomarchio è accusato di concorso esterno. Era quest'ultimo, titolare di un negozio di telefonia, a fornire secondo la polizia le schede telefoniche intestate ad altre persone per ostacolare le indagini della Squadra mobile.
Quattro i tentativi di omicidio di cui gli arrestati sono accusati. Il primo è del 3 luglio 2002 all'interno del mercato Vascone di Messina dove Benedetto Bonaffini fu ferito da un colpo di pistola esploso da Giovanni Lo Duca, il quale agì a seguito di contrasti insorti all'interno della criminalità organizzata per il controllo del mercato delle sostanze stupefacenti, con particolare riguardo allo spaccio di droghe leggere. Un testimone oculare del fatto di sangue fu costretto alla ritrattazione da forti minacce di ritorsione.
Il giorno di Pasqua del 2004 (11 aprile), nei pressi di un distributore di carburanti del rione Provinciale, furono feriti Alessandro Oimpio, guardia particolare giurata, raggiunto da tre colpi al gluteo e alle gambe, e un immigrato cingalese colpito alla gamba sinistra da un proiettile vagante. A sparare secondo gli investigatori Domenico Romano.
Il 26 giugno 2000 in Via Gerobino Pilli, rione Camaro, fu teso un aggiato al pregiudicato Silvestro Capurro. A sparargli sarebbe stato Domenico De Marco, detto "Mimmittu 'u pazzu" per una vendetta legata al ferimento Giuseppe Abate avvenuto il 14 aprile 1996 per il quale lo stesso Capurro era stato arrestato e condannato.
L'ultimo fatto di sangue scoperto è quello in danno di Luciano Irrera, detto "Sciobbavigna", verificatosi il 5 dicembre 2002 nei pressi di un chiosco attiguo allo stadio comunale Celeste. A sparare sarebbe stato Valentino Rizzo su mandato di Rosario Grillo ed il movente sta in un precedente diverbio che Irrera aveva avuto con la moglie di un pregiudicato mafioso barcellonese, poco prima che entrambi entrassero nel carcere di Messina per effettuare dei colloqui con i loro congiunti là detenuti
Ecco i nomi delle 23 persone raggiunte dall'ordine di custodia cautelare, di cui 19 in carcere e 4 ai domiciliari: Gianfranco Abate, 31 anni; Giuseppe Arena, 30 anni; Angelo Aspri, 23 anni; Benedetto Aspri, 45 anni; Sebastiano Bonaffini, 52 anni; Salvatore Currò, 23 anni; Domenico De Marco, 43 anni; Giuseppe Giunta, 35 anni; Rosario Grillo, 29 anni; Letterio Immordino, 40 anni; Giuseppe Iudicone, 32 anni; Giovanni Lo Duca, 36 anni; Giovanni Maiorana, 34 anni; Giovanni Minardi, 24 anni; Valentino Rizzo, 36 anni; Domenico Romano, 23 anni; Nunzio Sarnataro, 37 anni; Paolo Sergi, 29 anni; Rosario Tomarchio, 37 anni; Giuseppe Trischitta, 47 anni e Rosario Trischitta, 24 anni. Due risultano ancora irreperibili.
31/10/2006
Fonte: La Sicilia

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