lunedì, novembre 27, 2006

L'antimafia che parte dal basso

Parte I

A megghia parola è chidda ca nun si dici

La Mafia è un problema di giù

La Camorra è un problema di giù

La ‘nrdrangheta ce l’hanno i Calabresi

I preti non dovrebbero occuparsi di queste cose

Cosa c’entra Pavia con una settimana antimafia?

Le parole non servono, contano i fatti

La politica è la politica, la Mafia è la Mafia

I mafiosi sono degli ignoranti

Ormai la Mafia non uccide più, sta sparendo


Parte II

La miglior parola è quella che si ascolta

La Mafia è un fenomeno criminale italiano e internazionale

La Camorra è un fenomeno italiano e internazionale

I preti hanno il dovere di occuparsi di queste cose

Pavia è un punto nevralgico del Nord Italia per parlare di Mafia

L’informazione dei cittadini li porta ad una concreta azione di contrasto

La politica è collusa con la Mafia, con la Camorra e con la ‘Ndrangheta

I Mafiosi sono persone capaci di intercettare le nuove tendenze economiche e sfruttarle per la loro azione criminale

Quando la Mafia non ricorre alla violenza si può affermare ch’essa agisca indisturbata sul territorio



Prima i luoghi comuni, poi i dati di fatto.
Quest’anno tutti coloro che si occupano con passione e senso civico di Antimafie si sono incontrati a Roma, in occasione di Contromafie, gli Stati generali dell’antimafia, organizzata da Libera, l’associazione di nomi e numeri contro le mafie, fondata da Don Luigi Ciotti.
C’eravamo anche noi, del Coordinamento per il diritto allo studio - Udu di Pavia.
Contromafie è una delle più grandi innovazioni di questi anni e si è svolta lungo l’arco di tempo di tre giorni, durante i quali sono stati organizzati dei gruppi di lavoro, sedici per la precisione, con approfondimenti che andavano dalla tratta degli esseri umani, ai traffici illeciti transnazionali, dall’informazione all’economia illegale. Il livello dei gruppi di lavoro è stato qualitativamente altissimo, vista la presenza di avvocati, magistrati, politici e giornalisti, oltre a semplici cittadini.
Alla fine dei lavori del giorno di sabato, Libera ha messo in programma anche una Notte Bianca che si è svolta presso La Casa del Cinema, con documentari come La mattanza, O’sistema e La vedova della lupara. Più di dieci ore di preziosissimi documenti e intermezzi teatrali.
È la prima volta nella storia di questo paese che tante persone attive nel panorama nazionale dell’antimafia o sensibili ad un tema tanto importante, hanno avuto la possibilità di sedersi ad un tavolo, guardarsi negli occhi e fare il punto della situazione e si sono elaborate delle proposte concrete, come la creazione di un Testo Unico della legislazione Antimafia, l’istituzione di un’agenzia nazionale per la gestione dei beni sottratti alle mafie e ancora la revisione del reato di voto di scambio e della normativa sui comuni sciolti per mafia. Tutte queste proposte hanno dato forma al Manifesto degli Stati generali dell’Antimafia, che trovate da subito sul sito www.libera.it.
È la prima volta che più di 500 associazioni provenienti da realtà di ogni tipo sono guidate dalla stessa passione per la giustizia e per la legalità ed è la prima volta che si ha la sensazione di essere davvero in tanti. Qualcuno ha anche detto: “Chissà come sarebbe stato felice uno di quei giudici ammazzati a vedere tutto questo”.
Menti a lavoro, ognuno con la propria esperienza, senza parole vane, ma con dati alla mano, proposte concrete e qualche giovane che prende appunti.
La tre giorni si è conclusa con una tavola rotonda con Rita Borsellino, Alessandro Laterza, Raffaele Lauro, Marco Minniti, Nichi Vendola, Paolo Nerozzi e anche Francesco Forgione, contestato a tratti per il voto contrario alla legge sull’esclusione dei politici indagati dalla Commissione Parlamentare Antimafia.
Tutto si conclude con la simbolica distribuzione, da parte di Giancarlo Caselli, di sacchetti contenenti chicchi del grano coltivato nei terreni confiscati alla Mafia.
Domenica 19 Novembre. Le sedici del pomeriggio. A Roma c’è un gradevole sole d’autunno e nell’aria una novità: la legalità è sempre più forte.

Alessandra Fuccillo

1 commento:

Anonimo ha detto...

spero che la situazione migliori.A Napoli l'omertà, il motore che ha ormai innescato la camorra per l'occupazione giovanile sembra aver creato un legame troppo forte per essere spezzato...ormai offre anche il lavoro...mi viene quasi da piangere...