mercoledì, novembre 08, 2006

Forse una risata...

I DUE omini di Ellekappa davanti alla tv: "Non si capisce perchè non sia mai stata trasmessa l'ultima intervista di Borsellino". "Però si capisce perchè è stata l'ultima". E i due di Vauro: "52 camorristi arrestati". "Scatta il turn over". Si può fare ironia o addirittura satira su una cosa seria, tragica, appestante come la mafia? Si può scherzare sulle migliaia di morti ammazzati o sull'omertà come cultura o sulla vessazione disperante? La risposta la offre il volume Mafia Cartoon - pubblicato da Ega Editore - in uscita nelle librerie il prossimo 14 novembre. L'iniziativa è di Libera, l'associazione di don Luigi Ciotti, e raccoglie le meglio matite "ribelli" non solo italiane, ma anche straniere che, in una sorta di afflato corale, sbeffeggiano la mafia, le mafie, tratteggiandone i difetti, mettendone in evidenza le manie, ma anche le prepotenze, i paurosi silenzi, la tragedia tutta. Ci sono ElleKappa e Vauro e poi Altan e Bucchi, Giannelli e Biani, Caviglia, Bozzetto, Paz, Zapiro. Ma anche molti, moltissimi disegnatori e vignettisti stranieri che hanno accettato la sfida tratteggiando la criminalità organizzata nella sua dimensione globale, oltre il luogo comune che la vuole solo siciliana o napoletana o calabrese. La mafia è quella delle ragazze nigeriane sfruttate, dei bambini soldato, della corruzione selvaggia che schiaccia il sud del mondo obbligandolo a rimanere tale. Tra una vignetta e l'altra, tra un disegno e l'altro, le parole di chi la mafia la combatte, l'ha combattuta, ne è rimasto vittima: Dalla Chiesa, Borsellino, Falcone, La Torre, Rita Atria, Fava, Colombo, Chinnici, Caselli. Scriveva Rosario Livatino, il "giudice ragazzino" (così lo definì Cossiga, allora presidente della Repubblica) ucciso il 21 settembre 1990 ad Agrigento: "Il sommo atto di giustizia è necessariamente sommo atto di amore se è giustizia vera, e viceversa se è amore autentico. Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili". L'omino di Altan fa il verso al cinismo: "Il Paese è ricchissimo di legalità sommersa". Flonza, autore congolese di lingua francese, disegna politici corrotti e arroganti che promettono il sole a mezzanotte sventagliando soldi davanti a elettori smarriti. Jean Plantu, storico vignettista di Le Monde, regala un mafioso chiuso in un'aula bunker circondata dai carabinieri, mentre declama alla giuria: "Cari elettori...". E poi il capitolo: "Ci vedono così" con protagonista assoluto Silvio Berlusconi, vera star della satira internazionale. Don Ciotti, nella prefazione, cita Ciampi: "Non basta combattere la mafia, bisogna sconfiggerla". Forse una risata la seppellirà.
Fonte: La Repubblica

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