mercoledì, novembre 08, 2006

Di più sul clan Cappello

CATANIA - Suo fratello Rosario non avrebbe fatto le proprie condoglianze al boss Ignazio Bonaccorsi per la morte del fratello di quest'ultimo, Massimiliano. Sarebbe morto per questo sgarro indiretto Giuseppe Piterà, 49 anni, assassinato il 25 gennaio del 1997 all'interno di una bettola del popoloso rione San Berillo nuovo di Catania. Lo sgarbo sarebbe avvenuto nel carcere di Bicocca dove Piterà e il boss erano detenuti. È quanto emerge dall'inchiesta Crepuscolo della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania contro 13 presunti appartenenti alla cosca Cappello, arrestati dalla polizia di Stato, accusati di 10 omicidi di mafia e di quattro tentativi di omicidio commessi tra il 1993 e il 1997. Tra i delitti sui quali è stata fatta luce, anche grazie alla collaborazione di diversi collaboratori di giustizia, compresi i più recenti Agatino Litrico e Giovanni Pantellaro, c'è quello di Claudio Marcello Di Mauro, di 32 anni, assassinato il 4 settembre del 1990 su ordine del capomafia Salvatore Cappello che lo riteneva l'esecutore materiale dell'omicidio della madre del suo amico Corrado Favara. Di Mauro sarebbe stato assassinato perché la cosca rivale lo riteneva l'esecutore materiale dell'uccisione di Concetta Di Bendetto, sua matrigna e madre naturale del fratellastro Corrado Favara, legato al boss Cappello. La donna, moglie in seconde nozze del boss mafioso Giuseppe Di Mauro, detto "Puntina", sarebbe stata eliminata su disposizione di Claudio, uno dei figli del marito, perchè temeva che un figlio di primo letto della matrigna, Corrado Favara, stesse per soppiantarlo nella considerazione del padre. L'agguato avvenne sotto casa della donna il 10 luglio del 1990 a Catania. Santo Castorina, sostiene l'accusa, sarebbe stato invece ucciso a Milano da Enrico Sapienza e Giovanni Catanzaro, su disposizione del loro capomafia, nell'ambito di una faida interna: dalla scissione della cosca a Catania avrebbe deciso di schierarsi con la famiglia Sciuto contro la cosca Cappello.Confermato il ruolo del boss Cappello anche nell'agguato, del 22 agosto del 1990, all'interno di una macelleria del rione Canalicchio di Catania in cui morirono Santo Laudani, dell'omonima cosca mafiosa, Sergio Petraia e in cui rimase ferito Giovanni Coppola. Scoperti anche gli esecutori materiali dell'uccisione di Angelo Di Bartolo, assassinato il 27 novembre del 1990 a Pachino (Siracusa), da due uomini della cosca Cappello, Tommaso Troppa e Antonino Di Stefano, che agirono travestiti da agenti di polizia. Vincenzo Greco sarebbe stato eliminato il 31 agosto del 1997 dal clan Cappello perchè non avrebbe pagato una fornitura di sostanze stupefacenti. Fatta luce anche sull' agguato del 9 aprile del 1989 in cui furono assassinati Vincenzo Catalano e Orazio Zappalà e rimase ferito Benedetto Cascio: erano ritenuti organici alla cosca rivale delle famiglie Sciuto-Puntina.
08/11/2006
Fonte: La Sicilia

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