martedì, ottobre 17, 2006

Salvo Vitale a Brescia

«La mafia è una montagna di merda e io lo voglio gridare al mondo». Così parlò Peppino Impastato, per bocca dell’attore, Luigi Lo Cascio, nel film i «Cento Passi» di Marco Tullio Giordana. Più che di uno slogan si trattava del titolo di un provocatorio articolo che l’allora giovane militante del Psiup aveva pubblicato sul giornale del partito. Un atto irriverente condotto da un personaggio (fatto uccidere da Cosa Nostra nel 1978) che dopo anni di silenzio mediatico è stato riportato alla luce dalla pellicola di Giordana. Da quel momento centinaia di e-mail, lettere e biglietti, hanno invaso la casa di Salvo Vitale, compagno di lotta di Impastato e fondatore del Forum antimafia di Cinisi, città natale dello stesso Impastato. Dalla raccolta di scritti, pensieri e lettere è nato il libro «Peppino è vivo» curato da Vitale che ha partecipato venerdì sera ad un incontro organizzato dal Comitato antimafia di Brescia sulla figura di Impastato. «Non poesie - scherza Vitale -, ma una serie di pizzini raccolti anche intorno alla tomba di Peppino». Se da un lato il personaggio ha assunto un valore fortissimo nell’immaginario collettivo, «non bisogna considerarlo un eroe - commenta Fernando Scarlata, responsabile del comitato antimafia bresciano -. Sarebbe un grave errore delegare la lotta alla mafia ai cosiddetti "eroi". In questo caso Cosa Nostra avrebbe già vinto». Tra un racconto di vita vissuta e la lettura di qualche poesia, la serata prende la piega di una discussione informale sulla situazione siciliana, sulla storia personale di Peppino e sul «sistema mafia che piega le coscienze degli uomini come fece a suo tempo il nazismo, annullando ogni forma di ribellione proprio a partire dal quotidiano» afferma Vitale. La Sicilia non è solo vittima di un’economia strozzata. Le pensioni, le pratiche in comune: la vita di tutti i giorni è permeata dalla mafia che stabilisce addirittura i tempi delle code agli sportelli pubblici. Le ultime elezioni regionali non hanno prodotto miglioramenti. «Allo stato attuale delle cose non c’è speranza - osserva Vitale -. Il legame tra mafia, politica e potere economico è ancora troppo forte». Lo scorso mese di maggio, Vitale è riuscito però a radunare 10 mila studenti palermitani in occasione della manifestazione «Addio pizzo» tenutasi per le strade del capoluogo siciliano. «L’intenzione - spiega - era quella di far presente ai commercianti che se da un lato il pizzo è una sicurezza per la propria attività, dall’altro ti fa perdere la dignità di uomo». In questo contesto viveva Peppino Impastato «morto per una meritevole illusione» scrisse di lui il pittore Stefano Venuti, segretario del Pci di Cinisi. «Forse è vero che ci eravamo illusi - conclude Vitale - ma credevamo davvero in quello che abbiamo fatto».
Fonte: Brescia oggi

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono stato alla manifestazione di Cinisi per il trentennale.
Nel 1978 avevo 17 anni, troppo pochi ma abbastanza per ricordare la morte di Peppino.
Non ce la faremo mai a vincere, ma non possiamo rinunciare a combattere.
Grazie Peppino.