SIRACUSA - I carabinieri del comando provinciale di Siracusa hanno eseguito ordini di custodia cautelare in carcere nei confronti di otto persone, accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e alle estorsioni. Una nona persona risulta indagata per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.Tutti gli indagati apparterrebbero a due sodalizi mafiosi che operano a Siracusa e che si sarebbero resi responsabili di una serie di estorsioni compiute ai danni di commercianti e imprenditori.A tre dei nove arrestati il provvedimento di custodia cautelare è stato notificato in carcere dove erano detenuti per altri reati. In manette sono finiti Giovanni D'Aquila, ragusano di origine ma residente a Siracusa, 49 anni; Salvatore Barresi, siracusano, 29; Sebastiano Cassia, siracusano, 45; Angelo Cocola, ragusano di origine ma residente a Priolo, in provincia di Siracusa, 25; Salvatore Vona, di Monterosso Almo (Rg), 26 anni.Nel carcere di Siracusa il provvedimento di custodia cautelare è stato invece notificato a Giuseppe Calabrese, 32 anni; nel penitenziario di Spoleto il l'ordine di custodia è stato notificato a Salvatore Calabrò, 36; nel carcere di Catania è stato raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare il siracusano Davide Pincio, 32 anni. Nell'ambito della stessa operazione è stato inoltre arrestato un altro siracusano oggi di 19 anni, ma minorenne nel momento in cui si verificarono i fatti, catturato dai carabinieri su provvedimento del Tribunale per i minorenni di Catania a Cremona dove si trovava da qualche tempo. A firmare i provvedimenti è stato il gip del Tribunale di Catania, Ferrara che ha accolto richieste del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catania Ugo Rossi e dei sostituti Centonze e Pacifico.L'operazione "Autoparco" come è stata denominata, ha rappresentato la conclusione di una più complessa indagine avviata alla fine del novembre 2003 per contrastare le attività estorsive compiute dai clan Bottaro-Attanasio e Santa Panagia a Siracusa. In questo contesto emergeva che un autoparco della città era divenuto punto di rituali incontri di appartenenti ai due clan. Gli investigatori accertavano così che tra il novembre 2003 e la metà di marzo del 2004 i due gruppi avevano proseguito ad operare in accordo, poichè il gruppo di Santa Panagia, smantellato da una serie di operazioni delle forze dell'ordine, si era trovato in netta minoranza numerica rispetto al clan Bottaro-Attanasio. Per questo motivo - spiegano i carabinieri - l'allora reggente del gruppo minoritario, individuato in Davide Pincio, si era trovato ad operare in regime di subordinazione rispetto ai maggiori rappresentanti del clan maggioritario, guidato per gli investigatori da Salvatore Calabrò e Giuseppe Calabrese che in quel momento erano ancora liberi. Il campo di azione congiunto dei due gruppi era soprattutto quello delle estorsioni. I carabinieri sono così venuti a capo di una estorsione da 5 mila euro ai danni di un imprenditore edile siracusano (ed in questa vicenda avrebbero accertato il ruolo di finto mediatore di D'Aquila accusato di essere invece tra gli ideatori dell'estorsione; un'altra estorsione riuscita - ma non quantificata - ai danni del titolare di un esercizio pubblico; un tentativo di estorsione ai danni di un altro operatore economico siracusano.Parallelamente i carabinieri hanno anche accertato che lo stesso D'Aquila era riuscito a mettere in piedi un consistente traffico di stupefacenti, soprattutto hascisc, nella quale sono risultati coinvolti gli altri arrestati nel blitz di stamane, compreso l'allora minorenne. Un'attività che sarebbe stata svolta non solo a Siracusa ma, almeno in un caso, anche a Ragusa.
26/05/2006
Fonte: La Sicilia
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