ENNA - Con l' accusa di estorsione gli agenti della squadra mobile di Enna diretti dal commissario Tito Cicero hanno arrestato tre persone legate a Cosa nostra. Altre tre persone sono state denunciate. Gli arrestati, secondo gli investigatori, pretendevano da ditte che si erano aggiudicati appalti, la corresponsione di una somma di denaro compresa tra il 1,5 e il 2,5 per cento del valore complessivo dei lavori. In particolare le richieste estorsive si sono concretizzate su due appalti: la costruzione e la realizzazione dell' impianto di depurazione e dei collettori emissari per la città di Enna sito in contrada Sirieri e i lavori di consolidamento delle pareti rocciose delle pendici di Enna in zona Monte Cantina contrada Vanelle. Tra le persone coinvolte nell'operazione denominata "Sirieri", c'è anche Gaetano Leonardo, 54 anni, attualmente detenuto in regime di 41 bis, ritenuto capo della cosca di Enna. Gli altri arrestati sono Salvatore La Delia, 55 anni, ennese e Sebastiano Gurgone 54 anni di Ramacca. I tre pregiudicati, secondo gli inquirenti affiliati tutti a Cosa Nostra, assieme ad altre tre persone denunciate, sono accusati di estorsione.La Delia e Gurgone, secondo le accuse, pretendevano da ditte, che si erano aggiudicate appalti, somme di denaro comprese tra l' 1,5 e il 2,5 per cento del valore complessivo dei lavori. Gli indagati, inoltre, gestivano illecitamente l'affidamento dei lavori di movimento terra e delle forniture di inerti facendo in modo che venissero assegnati a ditte organiche a Cosa Nostra. La mafia avrebbe, così, messo le mani tra l'altro sulla costruzione e la realizzazione dell'impianto di depurazione e dei collettori emissari per la città di Enna, i cui lavori erano stati affidati al R.T.I. (Raggruppamento Temporaneo Imprese), costituito dall'Itaco s.r.l. e dall'Ira Costruzioni Generali s.r.l, e su quelli di consolidamento delle pareti rocciose delle pendici di Enna, affidati a R.T.I. (Raggruppamento Temporaneo Imprese) costituita dalla Sigeam s.r.l. e dalla Maniace Cono & C. s.a.s. I responsabili delle ditte, aggiudicatici degli appalti, subivano minacce e danneggiamenti e venivano costretti a "mettersi a posto" con la famiglia mafiosa di Enna.
12 Gennaio 2006
Se pensi che la mafia possa essere in qualche modo positiva o possa aiutare la Sicilia per favore esci da questo blog!
venerdì, gennaio 13, 2006
mercoledì, gennaio 11, 2006
Si uccide e vive per sempre
Questa notizia mi sembrava giusto citarla per avere un esempio di cosa è capace di fare un siciliano che non si arrende.
PALERMO - Si è ucciso poche ore prima della esecuzione del provvedimento di sfratto. È accaduto poco prima delle 6 di stamane in un appartamento di via Tavola tonda, nel centro storico di Palermo: a togliersi la vita è stato Giovanni Runfola, di 41 anni. L'allarme è stato dato alla polizia da un amico della vittima, che avrebbe dovuto trasferire i mobili in un deposito.Non appena l'operaio, al quale erano state consegnate le chiavi, ha aperto la porta del box, ha trovato un biglietto con su scritto: "Chiama la polizia".L'uomo è corso in casa, ha bussato alla porta, ma nessuno ha risposto. È stata chiamata la polizia: entrati nell'appartamento, gli agenti hanno trovato l'uomo senza vita. Si era impiccato a una trave della camera da letto. Accanto al corpo c'era un biglietto sul quale era scritto: "Ciao, signor padrone di casa, tu mi butti fuori di casa ma io qui ci resterò per sempre".
11 Gennaio 2006
PALERMO - Si è ucciso poche ore prima della esecuzione del provvedimento di sfratto. È accaduto poco prima delle 6 di stamane in un appartamento di via Tavola tonda, nel centro storico di Palermo: a togliersi la vita è stato Giovanni Runfola, di 41 anni. L'allarme è stato dato alla polizia da un amico della vittima, che avrebbe dovuto trasferire i mobili in un deposito.Non appena l'operaio, al quale erano state consegnate le chiavi, ha aperto la porta del box, ha trovato un biglietto con su scritto: "Chiama la polizia".L'uomo è corso in casa, ha bussato alla porta, ma nessuno ha risposto. È stata chiamata la polizia: entrati nell'appartamento, gli agenti hanno trovato l'uomo senza vita. Si era impiccato a una trave della camera da letto. Accanto al corpo c'era un biglietto sul quale era scritto: "Ciao, signor padrone di casa, tu mi butti fuori di casa ma io qui ci resterò per sempre".
11 Gennaio 2006
Tre arresti per traffico di stupefacenti
CATANIA - Tre persone sono state arrestate dalla Squadra mobile di Catania che ha fatto luce su un fiorente traffico di cocaina tra la Campania e la Sicilia. In manette per detenzione e spaccio di droga sono finiti Antonio Testa, 36 anni, pregiudicato, indicato vicino al clan Santapaola; Maurizio Motta, 36 anni, ritenuto il reggente della cosca mafiosa dei "Carcagnusi" e Corrado Giunta, 34 anni, cognato di Testa e titolare di una nota agenzia immobiliare. Le indagini hanno preso il via da un'operazione che risale al 10 novembre scorso quando finì in manette, insieme ad altre tre persone, proprio Antonio Testa. Con lui vennero arrestati il cognato Maurizio Gravino, 33 anni, Carmelo Celano, 22 anni, entrambi di Catania e Giulia Cianci, 21 anni di Napoli. Provenivano dalla Campania e vennero fermati a bordo di due autovetture al casello autostradale di San Gregorio. La polizia scoprì che trasportavano 600 grammi di cocaina. Una delle due auto, una Bmw, è risultata di proprietà di Corrado Giunta, ritenuto inizialmente estraneo ai fatti e poi incastrato dalle successive indagini condotte attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali. L'inchiesta della Squadra mobile ha consentito di accertare che ogni settimana venivano trasportate ingenti quantità di droga da Napoli a Catania. Inoltre è stato scoperto che nonostante l'appartenenza a cosche diverse Testa e Motta gestivano in comune il traffico di droga. Le ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei tre arrestati sono stati emessi dal gip del tribunale di Catania, Rosa Alba Recupido, su richiesta del sostituto procuratore Elisabetta Catalanotti.
La Sicilia, 11 Gennaio 2006
La Sicilia, 11 Gennaio 2006
Nuovo interrogatorio per Giusi Vitale
PALERMO - Il prossimo 19 gennaio i giudici della corte d'assise di Palermo interrogheranno in aula la collaboratrice di giustizia Giusi Vitale che è imputata nel processo per l'omicidio dell'imprenditore Salvatore Riina, omonimo del boss, assassinato il 20 giugno 1998 perchè sospettato di essere un informatore del latitante Bernardo Provenzano.La donna è accusata di essere la mandante dell'omicidio: in questo processo sono imputati anche l'ex marito della pentita, Angelo Caleca, e un altro collaboratore, Michele Sedita. L'accusa è sostenuta dai pm Maurizio De Lucia e Francesco Del Bene.L'esame della donna si svolgerà nell'aula bunker di Rebibbia a Roma; subito dopo l'interrogatorio la Vitale dovrà anche effettuare un confronto con l'ex marito, che nei mesi scorsi ha chiesto ai giudici del tribunale dei minorenni di poter incontrare i due figli che vivono in una località protetta, mentre la madre è detenuta. I giudici hanno anche previsto, sempre a Roma, il confronto fra Giusi Vitale e Michele Sedita.
Ciampi in Sicilia
RAGUSA - Una folla osannante e applaudente ha accolto il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, al suo arrivo alla prefettura di Ragusa, prima giornata di una visita di tre giorni in Sicilia del capo dello Stato. Il presidente Ciampi, accompagnato dalla signora Franca, è sceso dall'auto davanti al palazzo del governo accolto da un lungo applauso ed ha salutato gli alunni di diverse scuole della città. In particolare ha accarezzato un bambino eritreo di cinque anni che lo ha ringraziato dicendo: "Grazie preside", confondendo il ruolo di presidente.Le forze dell'ordine sono dovute intervenire per bloccare moltissimi cittadini che volevano avvicinarsi alla coppia presidenziale. Il presidente della Repubblica si è intrattenuto a lungo ringraziando. Quindi ha pronunciato il primo discorso: "Tutto il nostro impegno civile, tutte le nostre risorse morali debbono essere volte a sconfiggere quel male antico che ha nome mafia. Nel combatterla, sono stati fatti progressi, e altri ne faremo", ha detto il presidente della Repubblica."Mi rivolgo con particolar fiducia ai giovani, la cui volontà di partecipazione alla difesa delle istituzioni contro le aggressioni della criminalità organizzata, manifestatasi anche di recente, è motivo di speranza per tutti". Il riferimento implicito è ancora una volta ai ragazzi di Locri che dopo l'assassinio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Fortugno, scesero in piazza con un cartello con la scritta "Adesso ammazzateci tutti".Ciampi ha poi parlato di politica e delle prossime elezioni: "In questi tempi di accesi confronti politici, in vista di un traguardo elettorale che sottoporrà tutti al giudizio del popolo, invito i contendenti a esprimere con pacatezza, misura e rispetto gli uni degli altri le loro argomentazioni, le loro proposte, i loro programmi". Il nuovo appello del presidente della Repubblica a un confronto ragionato e rispettoso degli avversari ha preso le mosse dal ricordo di Giorgio La Pira, "uno dei grandi italiani del nostro tempo", nato a Pozzallo, in provincia di Ragusa, di cui Ciampi ha proposto l'insegnamento ai giovani e "non solo ai giovani", come una lezione di "virtù civili da coltivare nella pratica del dialogo e del confronto, tanto rara quanto preziosa". Ad accogliere Ciampi ovviamente c'era il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, che ha pronunciato il discorso di benvenuto: "Signor presidente, rendo omaggio al suo impegno che, nel corso di quasi sette anni, l'ha portata a conoscere le province italiane per esaltarne la potenzialità e sostenere l'impegno dall'alto della sua autorevole carica istituzionale con la passione di 'italiano fra gli italiani', come ha amato più volte definirsi". "Ancora una volta come in passato - ha aggiunto il governatore - la Sicilia può essere un'opportunità che genera un modello; nessun modello è perfetto e immune dai limiti, ma da un modello occorre partire. A noi il compito di crederci e di condividerlo per farne un'effettiva possibilità, per noi e per tutti. Occorre però rilevare che, mentre i ragusani sono impegnati in questa lenta e qualifica opera, sulle coste della provincia continuano a ritmo ininterrotto gli sbarchi di immigrati clandestini che, sfidando la morte, cercano tra noi un'opportunità di vita migliore di quella disastrosa che si sono lasciata alle spalle. Le forze dell'ordine, i volontari, le istituzioni, non si fermano un attimo per ridurre al minimo i rischi e offrire a questi disgraziati una migliore opportunità per la loro vita. Ma tutto ciò non basta, non può bastare".Poi il riferimento alla mafia. "In Sicilia - ha detto il governatore - non può essere ignorato il peso derivante dalla presenza di fenomeni di delinquenza criminale e mafiosa che frenano e talvolta fermano buone e opportune iniziative. A tutti questi fenomeni il governo regionale ha contrapposto tutti gli strumenti diretti e indiretti di cui dispone, sia con attività amministrative di contrasto alla mafia sia in un rapporto stretto con le forze imprenditoriali e sindacali locali".La signora Franca, sollecitata da alcuni ragazzi, dopo averli salutati ha invitato tutti sorridendo e scherzando alla calma: "Ho solo due mani", ha detto. Nel pomeriggio Ciampi incontrerà il vescovo Paolo Urso, visiterà Ragusa Ibla, e in serata cenerà con la moglie Franca al ristorante "Il Duomo". Quella di Ragusa è la prima visita di un presidente della Repubblica nel capoluogo ibleo mentre per Ciampi è la centesima dall'inizio del suo mandato. Domani il presidente sarà a Siracusa e concluderà la sua visita in Sicilia venerdì, a Palermo.
La Sicilia, 11 Gennaio 2006
La Sicilia, 11 Gennaio 2006
domenica, gennaio 08, 2006
INCREDIBILE...
Incredibile è l'unica parola che mi viene in mente... Dopo tutti gli imbrogli e le collusioni con la mafia, il nostro campione Totò Cuffaro si ricandida. Non sono bastate le intercettazioni telefoniche ed ambientali per fare cambiare idea al partito dell'UDC; d'altronde c'era d'aspettarselo da quella banda di criminali che distrugge giorno dopo giorno la Sicilia. Dico criminali perchè si stanno arricchendo alle spalle dei siciliani VERI. Non sarà un caso che qualche tempo fa è stato arrestato il sindaco di Villabate, Campanella, appartenenete all'UDC, non sarà un caso che il 7 Gennaio 2006 è stato arrestato il sindaco di Roccamena, Salvatore Gambino, appartenente all'UDC, non sarà un caso che il "Nostro Campione Totò Cuffaro", appartenente all'UDC, ha a suo carico numerosi procedimenti che lo vedono imputato per favoreggiamento e associazione mafiosa... quanti casi quest'UDC... Io parlo da siciliano e sono sicuro che la maggior parte dei siciliani la pensa come me: sono stanco di questi quattro idioti che ci rubano i soldi, che inquinano e abbruttiscono una terra bella come la nostra e che prendono in giro migliaia di persone; è inammissibile che Cuffaro affermi che si è risolto il problema dell'acqua quando in tutta la provincia di Agrigento arriva due o tre volte a settimana o quando a Palma di Montechiaro non c'è neanche l'ombra di un impianto fognario o quando a Sferracavallo l'acqua è marrone e sa di terreno. BASTA !
Quando penso che il sacrificio di tutti i cervelli che hanno combattuto la mafia sta scivolando nell'oblio, la rabbia galoppa in me dai piedi fino alla testa e mi dice: "SVEGLIATI SEI SICILIANO!".
Spero che queste righe possano far ricordare e soprattutto scuotano le persone che leggeranno.
Saverio Fuccillo 8 Gennaio 2006
Quando penso che il sacrificio di tutti i cervelli che hanno combattuto la mafia sta scivolando nell'oblio, la rabbia galoppa in me dai piedi fino alla testa e mi dice: "SVEGLIATI SEI SICILIANO!".
Spero che queste righe possano far ricordare e soprattutto scuotano le persone che leggeranno.
Saverio Fuccillo 8 Gennaio 2006
UNA BRUTTISSIMA NOTIZIA PER LA SICILIA...
CALTANISSETTA - "Il leader del Mpa, Raffaele Lombardo, sarà al mio fianco e voterà per noi alle elezioni regionali". Con queste parole, durante il vertice regionale dell'Udc a Caltanissetta, il presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro ha annunciato ai dirigenti del partito la sua ricandidatura."Abbiamo ormai un partito compatto, motivato che sta facendo un ottimo lavoro in tutte le province - ha proseguito -. Stiamo rafforzando le liste e ora abbiamo finalmente una comune visione di programmi e di progetti. L'incontro a Caltanissetta ratifica e conferma che c'è un'Udc motivata a vincere l'elezione nazionale, portando un contributo importante alla Sicilia per il partito e per la coalizione e tornare così a vincere le elezioni regionali".Cuffaro ha ricordato "i traguardi" raggiunti in questi anni dal suo governo. "Noi ci presentiamo agli elettori - ha spiegato - avendo mantenuto tutti gli impegni presi: dalle grandi infrastrutture alla diminuzione del tasso di disoccupazione. Abbiamo creato molti posti di lavoro in Sicilia, abbiamo risolto il problema delle acque. Credo che queste siano valutazioni forti che conteranno nelle scelte dei siciliani"."Mi auguro - ha proseguito - che ci sia una campagna elettorale serena, equilibrata, di programmi e di progetti. Mi rifiuto di pensare che possa esserci uno schieramento che, non avendo un programma condiviso, sventoli bandiere alle quali i siciliani non credono. L'unica bandiera che dobbiamo sventolare è quella nell'interesse della Sicilia. Questa terra non deve essere né barattata, né messa in vendita".
7 Gennaio 2006
7 Gennaio 2006
In manette boss e sindaco
CORLEONE (PALERMO) - Il sindaco del Comune di Roccamena, Salvatore Gambino, esponente dell'Udc eletto nel 2003, è stato arrestato con l'accusa di concorso in associazione mafiosa dai carabinieri di Corleone. In manette sono finiti anche Bartolomeo Cascio, ritenuto capo della cosca corleonese già condannato per associazione mafiosa, e due imprenditori, Leonardo Diesi e il figlio Franco Salvatore. Secondo gli inquirenti, Gambino avrebbe gestito per conto di Cascio una serie di appalti del Comune di Roccamena, tra cui quelli relativi alla gestione e alla ristrutturazione della rete elettrica e alla costruzione del campo di calcio. Il sindaco, inoltre, avrebbe consentito ai Diesi, di continuare a sfruttare una cava per cui era in corso un procedimento di prevenzione. Di illeciti negli appalti vengono accusati anche i due imprenditori; un terzo fratello è stato condannato a 9 anni di carcere per associazione mafiosa nel processo che vedeva imputato anche uno dei figli del capomafia di Corleone Totò Riina.Oltre all'accusa di associazione mafiosa, contestata a entrambi, la procura ha imputato a Leonardo Diesi il reato di turbativa violenta di gare d'appalto. Secondo gli inquirenti, per "alterare la concorrenza nell'ambito della gara di appalto per i lavori di manutenzione della discarica del Comune di Bisacquino", l'imprenditore avrebbe incendiato una pala meccanica e un escavatore della ditta concorrente che comunque riuscì ad aggiudicarsi le opere.Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dai sostituti Maurizio De Lucia e Francesco Del Bene. Nel corso delle perquisizioni eseguite dai militari dell'Arma, in un cassetto della scrivania dell'ufficio del sindaco di Roccamena è stata trovata una pistola. L'arma non sarebbe stata regolarmente denunciata. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip di Palermo Gioacchino Scaduto."Sono certo che il sindaco di Roccamena Giuseppe Gambino, in sede di interrogatorio saprà chiarire la propria posizione", ha detto l'avvocato SalvinoCaputo, legale del primo cittadino. "Confidiamo nell'operato della magistratura e degli investigatori - ha precisato - ma dalla lettura dell'ordinanza di custodia cautelare non ho ravvisato elementi tali da determinare l'arresto del mio cliente".Laconico sulla vicenda il commento del presidente della Regione siciliana, Salvaotre Cuffaro: "E' un problema che riguarda solo la magistratura, non noi. Non so comunque se il sindaco di Roccamena sia dell'Udc".
7 Gennaio 2006
7 Gennaio 2006
Iscriviti a:
Post (Atom)