martedì, dicembre 29, 2009

Arresti e ritrovamenti a Caltanissetta

CALTANISSETTA - Altri due arresti sono stati eseguiti ieri sera dai carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta nell'indagine che ha consentito di bloccare un gruppo di mafiosi pronti a compiere omicidi tra Sommatino e San Cataldo. In carcere, sottoposti a "fermo di iniziato di delitto", emesso dalla direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, sono finiti Salvatore Lombardo, 32 anni di Marianopoli (Cl) e Calogero Ferrara, 21 anni di San Cataldo, ritenuti responsabili di associazione per delinquere, porto e detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra. Lombardo, con precedenti per estorsione, furto e danneggiamento è considerato uomo di fiducia del capomafia Cosimo Di Forte. Le indagini hanno preso nuovo impulso dal tentativo di omicidio di Stefano Mosca, titolare di un'agenzia di pompe funebri a San Cataldo nipote del capomafia del paese Calì. In un ovile, nelle campagne di Sommatino, nel Nisseno, avevano nascosto un vero e proprio arsenale. Ieri erano state fermate otto persone. Il blitz è stato condotto dai carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta che hanno anche arrestato in flagranza una ragazza: Agata Cianci, 18 anni, moglie di Salvatore Mastrosimone, proprietario della masseria, tra i fermati. La giovane è stata trovata in possesso di un'arma con matricola abrasa. Le persone fermate dai carabinieri, su disposizione della Dda di Caltanissetta, sono Cosimo Di Forte, 31 anni, di San Cataldo, autista; Patrizio Calabrò, 38 anni, di Caltanissetta, agricoltore; Gioacchino Mastrosimone, 47 anni, di Sommatino, pastore, con precedenti per mafia; Salvatore Mastrosimone, 25 anni, di Caltanissetta, pastore; Liborio Gianluca Pillitteri, 21 anni, di San Cataldo, pizzaiolo; Enzo Mancuso, 34 anni, di Canicattì, pastore, ; Maria Indorato, 47 anni, di Sommatino; Giuseppe Taverna, 23 anni, di Butera, disoccupato. Nell'ovile sono stati trovati tre revolver, una semiautomatica con silenziatore, due fucili a canne mozze, due fucili da caccia, una bomba a mano e 200 cartucce di vario calibro per pistola, revolver e fucile. Importanti indicazioni sull'attività criminale della cosca nissena sono attese dall'esame balistico dell'arsenale sequestrato. "Le indagini condotte dai carabinieri hanno smantellato una pericolosa organizzazione criminale - ha detto il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari - Abbiamo condotto le indagini attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche evitando azioni eclatanti che la cosca stava organizzando addirittura con l'uso di bombe a mano. I carabinieri, infatti, hanno sequestrato l'arsenale del clan e sono intervenuti in tempo per evitare un omicidio. La vittima era attesa dai killer in un casolare di campagna, ma i carabinieri l'hanno fermata con un pretesto evitando che venisse uccisa".
29/12/2009
Fonte: La Sicilia

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