lunedì, ottobre 12, 2009

Santo La Causa

CATANIA - Il presunto boss Santo La Causa, il superlatitante di Cosa nostra arrestato l'8 ottobre scorso a Belpasso da carabinieri del reparto operativo del comando provinciale etneo, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Catania Laura Benanti. Durante il brevissimo interrogatorio il suo legale, l'avvocato Carmelo Calì, ha contestato la consistenza giuridica della flagranza di reato per il reato di associazione mafiosa ipotizzato per il suo assistito. Nei confronti di La Causa, indicato come il capo dei capi della famiglia Ercolano-Santapaola, sono pendenti una condanna definitiva a sette anni di reclusione per estorsione ai titolari di un parcheggio nel centro di Catania e un'ordine di carcerazione per associazione mafiosa emesso nell'ambito dell'inchiesta Plutone contro Cosa nostra. La Causa era stato scarcerato il 2 agosto del 2006 in applicazione dell'indulto. Il boss era detenuto nel carcere di Parma in regime di 41 bis per scontare un residuo di condanna per ricettazione inferiore ai tre anni di detenzione e per questo potè usufruire dei benefici di legge. La notizia è stata confermata in ambienti qualificati. La Causa fu condannato nel maggio 2007, con sentenza definitiva passata in Cassazione, a sette anni di reclusione per estorsione, ma nel frattempo si era reso irreperibile. Per questo la Procura generale di Catania emise nei suoi confronti un ordine di custodia cautelare in carcere, facendolo diventare ufficialmente un latitante. Nel dicembre dello stesso anno è stato emesso nei suoi confronti un ordine di arresto per associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta Plutone. Nel gennaio del 2004 è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Salvatore Vittorio a conclusione del processo di primo grado dell'inchiesta Orione, ma è stato prosciolto in secondo grado dalla Corte d'assise d'appello di Catania.
12/10/2009
Fonte: La Sicilia

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