La Cassazione, infatti, accogliendo un ricorso presentato dal difensore dell'ex agente del Sisde oggi 78enne ha sottolineato che il Tribunale di Sorveglianza di Palermo, lo scorso 13 gennaio, nel bocciare la richiesta di differimento in libertà dell'esecuzione della pena non ha specificato con "elementi di fatto specifici, concreti e significativi l'attualità della pericolosità sociale del condannato". In effetti, rileva la sentenza 26763 della prima sezione penale, la Sorveglianza di Palermo si era limitata a bocciare la richiesta di differimento della pena sottolineando "l'attuale pericolosità sociale del Contrada".
Contro questa decisione il difensore dell'ex poliziotto ha fatto ricorso con successo in Cassazione facendo notare oltretutto che "le ripetute informative della Questura di Palermo" facevano desumere "con estrema chiarezza sia la totale mancanza di collegamenti con soggetti inseriti o gravitanti in contesti delinquenziali, sia l'assenza di rapporti di parentela o di frequentazione con persone appartenenti alla criminalità organizzata".
La Suprema Corte ha annullato l'ordinanza impugnata e, rinviando per nuovo esame il caso al Tribunale di Sorveglianza di Palermo, ha sottolineato che Contrada "non può lamentarsi della mancata considerazione delle due note della Questura di Palermo" dal momento che esse hanno una data anteriore al provvedimento "a lui sfavorevole del Tribunale di Napoli che le valuta espressamente". Detto questo, però, piazza Cavour sottolinea che "il Tribunale di Sorveglianza", cosa che non ha fatto, "avrebbe dovuto valutare nuovamente (anche d'ufficio) la pericolosità sociale del condannato, che deve essere attuale".
Contro questa decisione il difensore dell'ex poliziotto ha fatto ricorso con successo in Cassazione facendo notare oltretutto che "le ripetute informative della Questura di Palermo" facevano desumere "con estrema chiarezza sia la totale mancanza di collegamenti con soggetti inseriti o gravitanti in contesti delinquenziali, sia l'assenza di rapporti di parentela o di frequentazione con persone appartenenti alla criminalità organizzata".
La Suprema Corte ha annullato l'ordinanza impugnata e, rinviando per nuovo esame il caso al Tribunale di Sorveglianza di Palermo, ha sottolineato che Contrada "non può lamentarsi della mancata considerazione delle due note della Questura di Palermo" dal momento che esse hanno una data anteriore al provvedimento "a lui sfavorevole del Tribunale di Napoli che le valuta espressamente". Detto questo, però, piazza Cavour sottolinea che "il Tribunale di Sorveglianza", cosa che non ha fatto, "avrebbe dovuto valutare nuovamente (anche d'ufficio) la pericolosità sociale del condannato, che deve essere attuale".
Fonte: Adn kronos
Nessun commento:
Posta un commento