PALERMO - Vito Ciancimino si preoccupava che non venisse ucciso il figlio di Silvio Berlusconi, nè ci fossero altre stragi, perchè "sarebbero state controproducenti per i mafiosi". La rivelazione, racchiusa in un verbale di interrogatorio dell'1 luglio scorso, è del figlio di Vito, Massimo, che ha chiarito alla Dda di Palermo il contenuto delle lettere che Bernardo Provenzano avrebbe inviato a Silvio Berlusconi fra il 1991 e il 1994 all'epoca della presidenza del gruppo Fininvest. "Mio padre - ha detto Ciancimino jr - era per la non attuazione delle minacce, e forse per questo alla fine è stato messo da parte in questa trattativa. Mio padre diceva che bisognava toccargli il polso alle persone, nel senso scuoterle - ha spiegato il dichiarante - ma non di più. Non bisognava usare il braccio forte. Dicevano di riconoscenza, che il soggetto era irriconoscente, si stava scordando di certe situazioni, di certi vantaggi avuti, di certe robe varie...". Il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e il sostituto Nino Di Matteo hanno chiesto a Ciancimino chi fosse "il soggetto". La risposta: "Il dottor Berlusconi".
11/07/2009
Fonte: La Sicilia
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