sabato, giugno 13, 2009

Sentenze confermate in "Grande Oriente"

CALTANISSETTA - La Cassazione ha confermato le condanne per gli imputati del processo "Grande Oriente", che sono in gran parte familiari e fedeli del capomafia nisseno Giuseppe "Piddu" Madonia. Si tratta del procedimento, la cui sentenza "lumaca" depositata dal giudice Eddi Pinatto dopo otto anni, provocò la scarcerazione degli imputati condannati. La Corte di Cassazione, alla quale gli imputati chiedevano l'annullamento della sentenza d'appello, disattendendo in parte anche le aspettative della procura generale, ha confermato la condanna a 24 anni ciascuno a Giuseppe Lombardo ed a Carmelo Barbieri, quest'ultimo dal 6 marzo scorso collabora con la giustizia. Il Pg, ritenendo che la collaborazione di Barbieri non può intaccare il suo pregresso, aveva chiesto di confermargli la condanna. Istanza poi accolta dalla Corte. Passano in giudicato le condanne a 10 anni e 7 anni inflitte a Giovanna Santoro ed a Maria Stella Madonia, rispettivamente moglie e sorella del boss Madonia. Anche un cugino, Giuseppe Alaimo, deve scontare una condanna a 7 anni. Per le due donne e per Alaimo il pg aveva chiesto l'annullamento della sentenza d'appello.Sono definitive le condanne inflitte a Emanuele Gaspare Famà e al boss mazzarinese Salvatore Siciliano: sconteranno 10 anni e 7 anni per Siciliano in continuazione con un'altra sentenza di condanna. Gli imputati erano già in libertà dal 2001 quando, per i ritardi nel deposito della sentenza di primo grado, lasciarono il carcere dove erano stati rinchiusi nel novembre 1998. La sentenza si intreccia con la vicenda del giudice Edi Pinatto, espulso dalla magistratura per avere depositato con notevole ritardo la sentenza di primo grado. Quest'ultima, infatti, venne depositata solo il 18 marzo dello scorso anno, dopo 8 anni dal processo di primo grado e ciò ha consentito la scarcerazione degli imputati. Il caso venne sollevato e denunciato dal sindaco di Gela, Rosario Crocetta. Sulla vicenda intervenne anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l'ex Guardasigilli Clemente Mastella. Divenuto l'emblema di una giustizia tartaruga, Pinatto recentemente è stato costretto a lasciare la professione, anche se da alcuni anni era in servizio a Milano.
12/06/2009


Fonte: La Sicilia

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