PALERMO -
Pio La Torre considerava la mafia un "cancro per la società". È racchiuso in questo pensiero l'impegno civile e politico del segretario del Pci siciliano ucciso da Cosa nostra 27 anni fa. Lo ha ricordato, nella cerimonia davanti alla lapide sul luogo del delitto,
Ninni Terminelli, segretario cittadino del Pd. Breve e semplice la commemorazione davanti a decine di amici e compagni di partito di La Torre. C'erano, tra gli altri,
Rita Borsellino, il presidente della commissione antimafia dell' Assemblea regionale
Lillo Speziale, il capogruppo del Pd all' Ars, Antonello Cracolici, l'assessore regionale Francesco Scoma in rappresenta del governo regionale. Il ricordo di Terminelli è cominciato dalla figura di
Rosario Di Salvo, il collaboratore di La Torre ucciso insieme con l'esponente comunista. Il suo spirito di "militanza" esprimeva quello che Terminelli ha definito un impegno civile portato fino alle rinunce e al sacrificio personale. Per rimarcare il rigore etico di La Torre, Terminelli ha ricordato un episodio riferito da varie testimonianze. Il figlio del deputato del Pci doveva partecipare af una partita di calcio tra ragazzi. Ma quando La Torre ha saputo che uno dei proprietari del campetto aveva collegamenti con ambienti mafiosi chiese al figlio di rinunciare alla partita perchè, gli spiegò, "con la mafia non bisogna avere alcun tipo di contatti". La Torre, a cui si deve il ddl con cui è stato introdotto il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni dei boss, sarà ricordato anche a Roma con una targa nell'atrio di Montecitorio.
30/04/2009
Fonte: La Sicilia
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