Fonte: adnkronos
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domenica, marzo 29, 2009
Spataro racconta..
Palermo, 26 mar. - "Giovanni Bonanno si occupo' per anni del 'pizzo' nel mandamento mafioso di Resuttana a Palermo. Poi, dopo la Pasqua del 2005 inizio' ad avere problemi e ad essere estromesso dalle estorsioni, che fino a quel momento aveva sempre gestito da solo. Un fatto che Giovanni non riusciva proprio a digerire". Cosi' il pentito di mafia Maurizio Spataro, che da alcuni mesi racconta ai magistrati della Dda di Palermo i retroscena di alcuni fatti di mafia, compresi omicidi, degli ultimi anni, ha raccontato l'ascesa e il crollo del 'picciotto' di mafia Giovanni Bonanno, ucciso nel gennaio 2006 e poi fatto sparire. Il corpo di Bonanno e' stato ritrovato solo un anno fa grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti. Spataro sta rispondendo, da un luogo segreto, in videoconferenza nel processo per l'omicidio di Giovanni Bonanno, che si celebra davanti alla prima sezione della Corte d'Assise presieduta da Giuseppe Di Vitale e che vede alla sbarra i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Diego Di Trapani e Giuseppe Pecoraro. Risponendo alle domande del pm Annamaria Picozzi - presente in aula anche il pm Francesco Del Bene - Maurizio Spataro ha ripercorso i momenti piu' importanti della carriera criminale di Giovanni Bonanno prima della sua uccisione. "Giovanni, che conoscevo da quano eravamo piccoli - ha detto - si occupava delle estorsioni di resuttana, soprattutto dopo l'arresto di Pino Guastella. Fu investito dal reggente del mandamento Resuttana, Diego Di Trapani, come co-reggente. Tutto questo duro' fino al luglio del 2003, quando Bonanno venne arrestato. Il suo posto venne preso dal fratello Francesco Bonnano che mori' nel dicembre del 2003 stesso per un infarto". Bonanno, come rivelato dal pentito Spataro "aveva rapporti personali con Sandro Lo Piccolo". "Si incontravano ferquentemente - ha detto -soprattutto presso un ristorante di Sferracavallo a Palermo". Ma i rapporti tra Sandro Lo Piccolo, figlio del capomafia Sandro Lo Piccolo, e Giovanni Bonanni si deteriorano ben presto. "Sandro non voleva che io frequentassi Bonanni - ha spiegato il collaboratore - diceva che davanti faceva una faccia e alle spalle poi gli piantava i chiodi...". "Dopo la Pasqua di quattro anni fa - ha detto ancora il collaboratore di giustizia nel suo interrogatorio - gli venne detto dal reggente del mandamento di non dovere piu' gestire le estorsioni nel mandamento. Dopo poco tempo Bonanno venne isolato da tutti e lui ci rimase malissimo. Veniva detto che non riuscisse a riempire le tasche dei familiari dei detenuti". Cosi' gli sarebbe stato affiancato, nella gestione del pizzo, Salvo Genova. "Una sera - ha detto Spataro - Giovanni mi disse che non ne poteva piu' di questa situazione. Non era giusto mettergli accanto un'altra persona. In un'occasione, lo accompagnai a ritirare il pizzo da alcuni negozianti, ma questi gli dissero che erano gia' passati per ritirare i soldi. Per lui fu un pugno nello stomaco. Capi' che era stato messo da parte". Poi, il pentito Spataro ha raccontato un diverbio tra Giovanni Bonanno e Maria Angela Di Trapani, moglie del boss mafioso Salvino Madonia, del mandamento di Resuttana. "Lei disse che era l'ultima volta che si sarebbe vista con Bonanno e che non lo voleva piu' vedere". Dopo qualche mese di Giovanni Bonanno si persero le tracce. Venne ucciso barbaramente e poi il suo cadavere nascosto nelle campagne di Cinisi, dove venne ritrovato un anno fa.
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