domenica, marzo 01, 2009

Mega sequestro ad Agrigento..

PALERMO - La Direzione investigativa antimafia ha sequestrato beni per un valore complessivo di 400 milioni di euro. Si tratta di un patrimonio immobiliare e societario riconducibile ad un imprenditore agrigentino, del settore edile. Il provvedimento ha riguardato ditte individuali e società di capitali, appezzamenti di terreno, fabbricati, stabilimenti industriali, veicoli industriali e non, e varie disponibilità finanziarie. I beni sequestrati sono di Rosario Cascio (nella foto), 74 anni, di Santa Margherita Belice ma residente a Partanna (Tp), imprenditore edile e titolare di diversi impianti di calcestruzzo. La gran parte del patrimonio immobiliare di Cascio si trova nel Trapanese, ma appezzamenti di terreno e un piccolo stabilimento industriale di calcestruzzo si trovano a Santa Margherita Belice. Cascio è stato arrestato a Saluzzo, in provincia di Cuneo, dove si trovava momentaneamente, lo scorso 4 luglio durante l'operazione antimafia della Dda di Palermo denominata "Scacco matto" che portò in carcere, nell'agrigentino, 34 persone. L'accusa era di associazione per delinquere di stampo mafioso. La Dia di Trapani, per monitorare l'attività economica delle società riconducibili a Rosario Cascio e per quantificare il suo patrimonio, ha istituito un gruppo investigativo ad hoc che ha passato al setaccio i suoi interessi degli ultimi trent'anni nell'Agrigentino e nel Trapanese. Si tratta dello stesso gruppo di lavoro che, nei mesi scorsi, ha consentito di sequestrare beni per settecento milioni di euro riconducibili a Giuseppe Grigoli, considerato il "cassiere" del boss latitante Matteo Messina Denaro. È composto da 14 ditte individuali e società edili, 200 appezzamenti di terreno fra Agrigento e Trapani, 90 fabbricati, nove stabilimenti industriali tra cui alcuni nel porto di Mazara del Vallo e 120 automezzi, il patrimonio sequestrato dalla Dia di Palermo a Rosario Cascio. Altri 42 appezzamenti di terreno, 50 fabbricati, autovetture e disponibilità finanziarie varie sono intestati a vari soggetti, ma riconducibili sempre all'imprenditore edile agrigentino che, nel processo 'mafia & appalti', è stato condannato, con sentenza passato in giudicato, a sei anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso e per avere preso parte al 'sistema Siino', ideato da Angelo Siino, il cosiddetto 'ministro dei lavori pubblici' di Cosa nostra. Lo scorso 2 settembre Rosario Cascio è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Palermo, perchè ritenuto responsabile di avere partecipato a un sodalizio criminoso, organico a Cosa nostra, per acquisire il controllo delle attività economiche e realizzare ingiusti vantaggi e profitti dal 1994 al 2008. Cascio avrebbe gestito attività economiche e lavori in subappalto per conto di esponenti mafiosi, assicurandosi il controllo monopolistico del mercato del calcestruzzo e del movimento terra. Cascio avrebbe avuto rapporti con Filippo Guttadauro, indiziato mafioso (fratello di Giuseppe, medico, del mandamento mafioso di Brancaccio), coniugato con la sorella del latitante Matteo Messina Denaro.
28/02/2009

Fonte: La Sicilia

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