mercoledì, luglio 16, 2008

Provvedimenti ad Agrigento..

AGRIGENTO - Le sette ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip di Palermo, Donatella Puleo, sono state richieste dai sostituti della Dda Gianfranco Scarfò e Giuseppe Fici. I provvedimenti, eseguiti da carabinieri e polizia, riguardano: i fratelli Luigi, Maurizio e Marcello Panepinto di Bivona, rispettivamente di 41, 35 e 33 anni; Giovanni Favata di Alessandria della Rocca, di 68 anni; Domenico Parisi, di 37; Vincenzo Ferranti, di Santo Stefano Quisquina, di 76 ed Enzo Quaranta, 38 anni, di Favara.

Le indagini hanno preso il via il 23 novembre 2006 quando a Santo Stefano Quisquina vennero incendiati due automezzi dell'impresa di Ignazio Putrò che stava eseguendo lavori pubblici nel paese. L'inchiesta, supportata da intercettazioni ambientali e telefoniche, ha permesso di accertare che a Putrò era stato chiesto il "pizzo".

A Bivona il gruppo delle persone arrestate, che faceva capo a Luigi Panepinto, considerato dagli inquirenti il capo del mandamento della Bassa Quisquina, aveva soggiogato, con richieste estorsive, tutta la categoria degli imprenditori. Non c'era appalto pubblico o lavoro che si stava per avviare per il quale i Panepinto non puntavano l'attenzione.

Ignazio e Calogero Panepinto, padre e zio dei fratelli indagati oggi, furono uccisi nel 1994 in un agguato di mafia. Proprio Luigi Panepinto che aveva, allora, collaborato con le forze dell'ordine aveva ottenuto la scorta e davanti il suo impianto di calcestruzzo era stata montata una postazione fissa dei carabinieri.

In seguito al fatto che Panepinto non rispettava orari e modalità della scorta, la tutela gli era stata revocata. Da lì, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuta la trasformazione dei Panepinto che da vittime delle estorsioni a estorsori.
15/07/2008
Fonte: La Sicilia

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