sabato, luglio 19, 2008

La verità..Anniversario Borsellino...

(AGI) - Palermo, 17 lug. - "No, lo Stato non si e' comportato per niente bene. Si fanno vivi solo per gli anniversari, con la celebrazione e le belle parole. Mio fratello e' praticamente a spasso. In Sicilia, le vittime di mafia vengono assunte alla Regione. In Sardegna non accade. Lui si arrangia come autista. Abbiamo preso qualche spicciolo. Lo abbiamo usato per sistemare la tomba di Emanuela". Parla Claudia Loi, la sorella di Emanuela, componente della scorta trucidata insieme a Paolo Borsellino il 19 luglio del 1992. In un'intervista pubblicata sul sito "I love Sicilia", la donna spiega che Emanuela non era di turno quella domenica. La chiamarono per coprire un vuoto in organico. Sembrava una giornata di routine. Emanuela, una ragazza di 24 anni, nata a Sestu a pochi chilometri da Cagliari, teneva un "diario di bordo" dei suoi spostamenti. Il giorno prima aveva scritto su un foglietto "Domani scorta al giudice Borsellino, lunedi' La Barbera". Mori', invece, nell'inferno di tritolo di via D'Amelio. Quando i genitori seppero dal telegiornale dell'attentato a Borsellino, appresero dall'elenco dei caduti che avevano perduto la loro Emanuela. "Almeno questa parte di orrore - dice oggi Claudia Loi - ci poteva essere risparmiata". Virgilio e Albertina, il papa' e la mamma, se ne sono andati. "Sono stati uccisi dalla mafia, dall'onda lunga del dolore di via D'Amelio. Mio padre era appena andato in pensione. Papa', dopo la morte di Emanuela, aveva sempre la febbre e i medici non capivano, non sapevano individuare il motivo. E' stato cosi' fino alla fine". Claudia dopo 16 anni dice di essere "sempre piu' sconvolta". Emanuela "era una donna solare che amava il suo mestiere e lo svolgeva con puntiglio. Pensava al matrimonio. Non subito, forse. Pero', si', ci pensava. E desiderava una famiglia con tanti bambini, qui, a casa sua". .

Fonte: AGI.IT

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il piú grande saluto e rispetto va a Paolo Borsellino, di gran lunga lontano dai politici, i quali non lo hanno protetto...
Un abbraccio dai veri siciliani.


PS: Complimenti per il blog, é tra i miei preferiti

Anonimo ha detto...

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Mafia genera Mafia
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Gentilissimi e cari amici impegnati contro la Mafia,

vi presento i miei più calorosi saluti.

Vi ringrazio di cuore per l'impegno di così gran peso e straordinaria importanza di cui vi fate carico. Al contempo permettetemi di notare quanto grande, nella generazione del fenomeno mafioso di cui vi occupate, sia l'apporto dell'altra, certo più mite ma non per questo meno malefica, Mafia di Stato.

Esiste infatti una Mafia Privata ed una Mafia Pubblica, l'una e l'altra generandosi e rafforzandosi a vicenda. E per questo non possiamo credere sia possibile liberarci dalla Mafia Privata, nè d'altronde ne avremmo diritto morale, senza aver prima liberato il nostro Paese dalla più diffusa Mafia di Stato.

A questo proposito occorre riconoscere quale sia l'esatta origine di quest'ultima: il fatto che i ruoli e poteri del Pubblico Impiego sono assegnati a vita. Infatti, inevitabilmente, tra persone assunte a vita all'interno di una organizzazione, tendono facilmente a stabilirsi legami distorti, nel migliore dei casi di tipo parentelare nel peggiore di tipo mafioso.

Di fatto, trascorsi un certo numero di anni, tra i pubblici dipendenti a vita si stabiliscono rapporti che minano la democrazia e realizzano invece una iniqua oligarchia. Proprio ciò che è indispensabile terreno di coltura e sostegno del più truculento fenomeno mafioso oggetto del vostro impegno.

Tra l'altro l'insieme di risorse della Pubblica Amministrazione, ruoli, poteri e redditi, appartenendo essi all’intera comunità per loro stessa origine e definizione di pubbliche attività, non dovrebbero, non potrebbero essere assegnate a vita, poiché in questo modo si rende di fatto la cosa pubblica di proprietà esclusiva di una privilegiata minoranza della popolazione.

Se vogliamo vivere in una vera Res Publica occorre venga presto, effettivamente e finalmente, reso pubblico il Pubblico Impiego, attuando una equa, sana rotazione tra tutti coloro che volessero svolgerlo ed avessero i requisiti necessari. In questo modo, scomparendo la Mafia di Stato ed avendo noi realizzato una società più giusta e partecipativa, anche l'altra grande Mafia Privata si spegnerà, non trovando più i presupposti per perpetuarsi.

Nell'interesse collettivo, son dunque qui a chiedere rivolgiate anche voi lo sguardo al rozzo, vecchio ed iniquo ordinamento del Pubblico Impiego assegnato a vita, affinché possiate notarne le tristi, spesso tragiche conseguenze e rivolgere così una parte del vostro impegno in favore di una fondamentale sua riforma:

http://Equo-Impiego-Pubblico-a-Rotazione.hyperlinker.org

Senza questa riforma si potrà combattere, si potrà lottare, si potrà morire, ottenendo pure qualche temporanea vittoria. Ma non si potrà MAI definitivamente debellare nè l'una nè l'altra Mafia.


Con gran simpatia, stima e solidarietà,


Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonia
Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M.
TE - Abruzzo

tel. 339 5014947
tel. 328 0472332

Ufficio Stampa Michele Cagnazzo ha detto...

ciao saverio e complimenti per l'articolo. purtroppo non trovo più il tuo indirizzo email. Ti ringrazio per aver inserito il blog che ti avevo chiesto però vorrei informarti che abbiamo deciso di cambiare il nome in michelecagnazzo.blogspot.com e quindi se non è un problema potresti modicare da avanguardia antimafia in Michele Cagnazzo, grazie e a risentirci