giovedì, luglio 03, 2008

Di Pietro unico guerriero...

ROMA - Antonio Di Pietro, forse per la prima volta, attacca un magistrato. Succede nell'aula della Camera, dove l'ex pm oggi leader di Idv illustra una interpellanza urgente al ministro della Giustizia per chiedere al governo di non dare il concerto alla nomina proposta dal Csm a procuratore generale della Corte di appello di Messina del magistrato Antonio Franco Cassata e per attivare un'ispezione negli uffici giudiziari della città dello Stretto.


"Abbiamo molto rispetto per la magistratura, la abbiamo sempre difesa, ma è necessario che quando si occupano cariche rilevanti come quella per la quale è proposto dal Csm il dottor Cassata - spiega Di Pietro - si tenga conto non solo di fattori soggettivi ma anche della incompatibilità e della inopportunità di una tale nomina".


E, procedendo "per fotografie", il leader di Idv spiega che Cassata è alla procura della Corte d'appello "dal 1989, cioè da sempre", che è stato presidente del circolo culturale 'Corda fratres' di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).


"Un circolo ben frequentato, oltre che da esponenti della massoneria, anche dal boss Giuseppe Gullotti, mandante dell'omicidio del giornalista Giuseppe Alfano (avvenuto nel 1993), ma anche da Rosario Cattafi, indagato per le stragi del 1992".


Di Pietro è un fiume in piena: denuncia che Cassata dirige un museo etnoantropologico "finanziato da enti locali che si trovano nel territorio di giurisdizione di Cassata", che il magistrato ha "incontrato la moglie del boss Gullotti durante la sua latitanza" e che "ha fatto un viaggio in auto fino a Milano con il boss Giuseppe Chiofalo".


"Non accusiamo nessuno - ribadisce l'ex pm -, ma puntiamo il dito su un quadro ambientale e di relazioni, per cui serve una riflessione sulla opportunità che in una realtà locale martoriata e complessa come quella messinese Cassata venga nominato procuratore generale".


Il sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Alberti Casellati, con un'analitica elencazione di sentenze e pronunce, rispetto alle quali il magistrato Cassata è stato prosciolto dalle accuse, ha spiegato che "non possono esserci margini per una valutazione disciplinare per circostanze risultate prive di fondamento. Lo sviluppo delle fotografie dell'on. Di Pietro non definisce lo stesso quadro di eventi".


Il rappresentante del governo ha inoltre chiarito che il Csm ha messo in evidenza le "capacità organizzative e gestionali del magistrato", ribadendo che "non vi sono i presupposti" per una ispezione del ministero a Messina.


03/07/2008

Fonte: La Sicilia

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