martedì, luglio 08, 2008

Cosa nostra è viva...

PALERMO - A Palermo Cosa nostra si è già riorganizzata dopo gli arresti dei capimafia come Bernardo Provenzano, Nino Rotolo e Salvatore Lo Piccolo.


L'organizzazione criminale avrebbe già nuovi capi che gestiscono le famiglie mafiose, decidendo anche omicidi.


Tutto ciò emerge da alcune intercettazioni disposte dalla Direzione distrettuale antimafia, e in particolare da quelle che la scorsa settimana ha portato al fermo di quattro persone accusate di essere sicari delle cosche, pronti a uccidere il capomafia di Bagheria, Pietro Lo Iacono.


Dall'indagine della polizia di Stato emerge che Cosa nostra si sarebbe già riorganizzata dopo gli arresti dei capi storici effettuati negli ultimi due anni.


Ai vertici dell'organizzazione ci sarebbero dunque persone che hanno alle spalle una forza criminale, tanto da decidere l'uccisione di Pietro Lo Iacono, tornato in libertà da poco tempo, che è stato fino all'ultimo momento uno dei fedeli favoreggiatori di Bernardo Provenzano.


I nuovi capi delle famiglie mafiose di Palermo hanno scelto di tornare agli omicidi per far sentire il loro peso criminale a chi potrebbe contrastarli. Dalle intercettazioni emerge che "la sentenza di condanna a morte" per Lo Iacono è stata emessa dalle famiglie mafiose di Palermo e provincia.


La polizia, intercettando Michele Modica, fermato venerdì scorso, e per il quale il gip ha convalidato l'arresto emettendo ordinanza di custodia cautelare, ha scoperto il piano di morte e il fatto che "occorreva realizzare, subito e comunque, il delitto", in quanto,"c'è questa ordinazione così che ci posso fare... c'è ordine di là, di là, di quello pure", lasciando così intendere, come annotano i magistrati, "che l'ordine proveniva da più vertici di più famiglie mafiose".


L'omicidio doveva essere eseguito sabato scorso mentre il boss si recava allo stabilimento balneare di Santa Flavia, in provincia di Palermo.


07/07/2008

Fonte: La Sicilia

Nessun commento: