giovedì, maggio 29, 2008

1 mln e mezzo di euro di beni confiscati...

Beni per oltre un milione e mezzo di euro sono stati definitivamente confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta all’avvocato Raffaele Bevilacqua, ritenuto il presunto capomafia di Enna sul cui capo graverebbero un numero imprecisati di omicidi. Detenuto dal 2003, Bevilacqua risulta dalle indagini avere avuto rapporti con diversi esponenti politici con i quali avrebbe combinato una serie di affari di natura illecita. Tra i politici frequentati dal capomafia dell’ennese, spicca il nome dell’ex diessino Wladimiro “Mirello” Crisafulli, già vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana e attuale senatore nelle fila del Partito Democratico. Il politico, per intenderci, al quale il partito di Veltroni aveva assicurato una postazione sicura in lista alle elezioni nazionali del 13 e 14 aprile scorso mentre, in un primo momento, aveva addirittura escluso dalle candidature Peppe Lumia, ex Presidente della commissione parlamentare antimafia sempre in prima fila nella lotta contro Cosa nostra. Candidatura, quest’ultima, poi recuperata grazie alla pressione esercitata sul PD da pezzi della società civile, da diverse associazioni antimafia e da esponenti politici appartenenti ad altri partiti. Ma torniamo al punto. La notizia che intercorrevano rapporti tra l’allora vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana e il boss di Enna diventa di dominio pubblico nell’estate del 2003, contestualmente all’iscrizione nel registro degli indagati per favoreggiamento a Cosa nostra del governatore dell’Isola, Salvatore Cuffaro, al secolo “Totò vasa vasa”. Ma l’episodio dal quale si evince inequivocabilmente l’esistenza delle relazioni pericolose da parte dell’ex esponente politico diessino risale al 19 dicembre del 2001 e sta racchiuso in un video-audio, registrato dagli uomini della squadra mobile di Enna nell’ufficio del direttore dell’Hotel Garden di Pergusa (En). Nel filmato, il boss Bevilacqua e il politico Crisafulli, i quali incontrandosi si sono scambiati un bacio sulle guance, vengono ritratti mentre discutono in maniera pacata e distesa di politica e appalti. Ma per dare un idea dei rapporti che intercorrevano tra i due, si riporta di seguito un pezzo della loro conversazione a proposito dell’assegnazione di un appalto. «A chi lo hai dato?», chiede Bevilacqua. «Agli unici che lo possono fare. I fratelli Gulino», risponde Crisafulli. Segue una discussione dalla quale risulta palese che il boss appare assai contrariato per la decisione presa, ma l’esponente politico diessino tronca le lamentele dicendo: «Fatti i cazzi tuoi». Per la cronaca, la Procura competente nel febbraio del 2004 chiese e ottenne dal Giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del caso in quanto quel colloquio tra Crisafulli e il boss Bevilacqua non avrebbe portato alcun beneficio a Cosa nostra. Ma quanto hanno scritto i pubblici ministeri nel richiedere l’archiviazione è quanto meno emblematico. «E’dimostrata da parte del Crisafulli la disponibilità a mantenere rapporti con il Bevilacqua – scrivono i pubblici ministeri – accettando il dialogo sulle proposte politiche dello stesso, ascoltando la sua istanza e rispondendo alle domande sulle possibili iniziative politico amministrative, in particolare in materia di finanziamenti e appalti […] Un complesso di contatti e disponibilità al dialogo di inquietante valenza – scrivono ancora i pm – il solo fatto che un autorevole rappresentante politico incontri un personaggio del quale non poteva ignorare (ogni contraria ipotesi appare irrealistica […] la nota caratura nel contesto dell’illiceità mafiosa, è fatto troppo grave perché sia il caso di insistere […] La pubblicità dell’incontro – concludono i pubblici ministeri – enfatizza in tutti i presenti al congresso l’idea di stabili contatti mafia-politica, con ovvio vantaggio per la prima». Dopo questo pistolotto, ci si sarebbe aspettata quanto meno la richiesta di un rinvio a giudizio. E’ arrivata, invece, l’archiviazione. E mentre Berlinguer si rigira nella tomba, Crisafulli fa bella mostra di se in quel del Senato.
Fonte: liberoreporter

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