PALERMO - Alcune vittime delle estorsioni hanno ammesso il pagamento del pizzo a Palermo e la procura ha disposto il fermo per 21 persone accusate di essere gli esattori del racket di Cosa nostra. I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Squadra mobile.
Le indagini hanno riguardato l'esame incrociato dei "pizzini" trovati nel covo dei latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo in occasione della loro cattura avvenuta il 5 novembre scorso. Un contributo è arrivato anche dai collaboratori di giustizia e da alcuni imprenditori e commercianti palermitani stanchi di subire i taglieggiamenti da parte di affiliati alle cosche mafiose.
L'indagine ha inoltre fatto luce su chi ha pianificato, organizzato ed eseguito l'attentato incendiario che lo scorso luglio ha distrutto l'attività commerciale dell'imprenditore Rodolfo Guajana a Palermo. L'inchiesta è coordinata dal pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Alfredo Morvillo. L'operazione è stata denominata "Addio pizzo 2" e vi sono stati impiegati 100 agenti della squadra mobile della polizia di Stato di Palermo.
"Siamo a una svolta epocale nelle collaborazione degli imprenditori, il numero è in aumento e non può che farci piacere", ha affermato il questore di Palermo, Giuseppe Caruso, a margine della conferenza stampa dell'operazione. "C'è un certo aumento nel numero delle collaborazioni degli imprenditori. Non sono una valanga ma vista la base esigua di partenza c'è un sensibile aumento", ha aggiunto il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, annunciando che la polizia su delega della magistratura sta effettuando dei sequestri a presunti prestanome dei boss Lo Piccolo. I provvedimenti sono relativi a quote societarie.
Ecco l'elenco delle persone fermate, tutte accusate di estorsione: Giovanni Cusimano, 67 anni, cugino dei boss Salvatore Lo Piccolo, Vittorio Bonura, 40 anni, Pietrò Cinà, 42 anni, Tommaso Contino, 47 anni, Salvatore Liga, 23 anni, Tommaso Macchiarella, 54 anni, Filippo Mangione, 26 anni.
Hanno , invece, ricevuto un provvedimento restrittivo in carcere dove già si trovavano reclusi: Piero Alamia, 39 anni,Michele Catalano,49 anni, Domenico Ciaramitaro,34 anni, Salvatore Davì, 60 anni, Giovanni battista Giacalone, 35 anni, Andrea Gioè, 40 anni, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Antonino Mancuso, 47 anni, 33 anni, Domenico Serio, 32 anni e Giuseppe Massimo Troia, 34 anni.
17/03/2008
Fonte. La Sicilia
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