venerdì, marzo 28, 2008

Dopo 22 anni la denuncia

Palermo, 26 mar. - L'ultima denuncia e' proprio di questa mattina. Un imprenditore palermitano si e' presentato in questura e ha raccontato 22 anni di vessazioni: dal 1986 la sua azienda ha pagato regolarmente il pizzo, prima suo padre e poi lui. Ma non ne puo' piu'. E stamattina ha deciso di aderire al gruppo sempre piu' numeroso degli imprenditori che si rivoltano alla mafia. Fausto Amato, avvocato del coordinamento creato dal Centro Pio La Torre per aiutare le vittime dei boss, ha raccontato la sua esperienza a una platea intervenuta nei locali della Fondazione Banco di Sicilia per la presentazione di "Mai piu' soli", il libro bianco della lotta contro il pizzo, curato dalla giornalista Gilda Sciortino ed edito dal Centro Pio La Torre e da L'Unita'. Il libro nasce dall'esigenza di un gruppo di soci del Coordinamento delle vittime del racket e dell'usura, facenti capo al centro Pio la Torre, di dare voce alle loro esperienze, anche per cercare di dare una mano di aiuto a quanti altri sono entrati nel loro stesso vortice. "Ormai Palermo e la Sicilia non sono piu' disposte a chinare il capo ai mafiosi - ha detto il presidente della Fondazione Bds, Gianni Puglisi - c'e' voglia di riscatto e le denunce aumentano sempre di piu'. L'arroganza dei mafiosi ha fatto svegliare la coscienza civile". "La presa di coscienza del mondo imprenditoriale, della societa' civile - spiega il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco - anche perche', inevitabilmente, lo Stato ha dichiarato di essere al fianco di chi decide di denunciare". Nonostante questo, non tutti hanno la forza di rompere le catene. Chi ci riesce deve mettere in conto una vita 'blindata', quindi stravolta e spesso impossibile da sopportare. Vite immolate al sacro fuoco della legalita' e della giustizia come quelle di imprenditori e commercianti presenti in sala del calibro di Vincenzo Conticello, Damiano Greco, Rodolfo Guajana, Andrea Vecchio, che si raccontano nelle pagine di questo libro. Parlano anche magistrati come Antonio Ingroia, Domenico Gozzo, Roberto Scarpinato, il procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo, ma anche il presidente della commissione Parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, per il quale "fortunatamente oggi gli attuali dirigenti di Confindustria non sono certamente quelli di sedici anni fa, quando Libero Grassi venne lasciato da solo con le sue ætammurriate'".
Fonte: AGI.IT

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