venerdì, dicembre 14, 2007

I racconti di franzese continuano...

PALERMO - Il pentito Francesco Franzese ha rilasciato nuove dichiarazioni registrate nei nuovi verbali depositati dalla Procura di Palermo al Tribunale della Libertà che oggi ha esaminato la posizione di Gaspare Di Maggio, 'responsabile' di Cinisi, arrestato nei giorni scorsi tra i favoreggiatori dei boss Lo Piccolo. Franzese, capomafia di Partanna, è l'uomo che ha messo gli inquirenti sulle tracce dei boss latitanti.
"Ho sentito dire da un certo Gaspare di Cinisi, che si faceva chiamare Vittorio, che aveva un rapporto con Giovanni Genovese, per cercare di stabilire un contatto con il latitante Mimmo Raccuglia".. Nei verbali, resi ai pm Nico Gozzo, Gaetano Paci e Francesco Del Bene, il 14, 19, 26 novembre, il pentito racconta quello che sa su Di Maggio, al quale sono attribuite anche minacce fatte pervenire al pm Gozzo. "Questo Gaspare, che veniva anche chiamato 'Crapa Ciunca', è figlio di un anziano che aveva scontato una lunga detenzione". Per Franzese, Di Maggio doveva rivolgersi al boss di Altofonte Raccuglia per "dare la linea a Partinico", cioè per risolvere l' anarchia che si era creata in paese.
"Dopo il Gotha, ci sono alcune zone che vengono assorbite: cioè c'è stata questa voglia di espandersi, quindi si andava sconfinando nelle altre zone" Secondo il pentito, i Lo Piccolo cercarono di estendere la loro influenza anche fuori dal loro mandamento. Al pm che gli chiede se si formò un "grande mandamento", Franzese risponde: "Sì. Ma addirittura parliamo di Sicilia... cioè stiamo parlando di questa voglia proprio di infiltrarsi dovunque". E prosegue: "Per un verso si impicciavano, poi magari veniva messa (a capo del territorio, ndr) una persona che c'era stata anche prima, se gli andava bene... sennò uno direttamente di loro, uno nuovo. Diciamo...loro la zona la dovevano coprire tutta".
Solo in due casi ci furono resistenze: "Un pochettino a Partinico, ma l'unico di Palermo è Uditore che ci sono state resistenze vere e proprie... è l 'unica zona di Palermo che è rimasta praticamente con le persone che c'erano prima". Quando spiega l'espansione dei Lo Piccolo sul territorio di Palermo, il neo pentito Francesco Franzese è molto preciso: "Non mi è stato detto: è tutto un mandamento, perchè non me l'avrebbero potuto dire, nel senso che magari non è neanche vero. Però c'erano loro in questa situazione, dappertutto... questo si". E ancora: "Loro si interessavano ormai un pò di tutto".
Il collaboratore spiega poi che dopo gli arresti dell'operazione 'Gotha', i Lo Piccolo erano rimasti a corto di appoggi. "Non avevano personale, in quel momento avevano arrestato tutti". I padrini di Tommaso Natale, inoltre, in quel periodo apparivano piuttosto confusi. "Avevano pure in testa tante cose di confusione - dice Franzese - perchè nei giornali non si parlava d'altro che queste persone arrestate erano contro di loro. "I pm gli chiedono se si riferisce al boss Nino Rotolo, che voleva uccidere i Lo Piccolo. "Si - risponde Franzese - erano quei giorni di confusione, loro volevano riorganizzarsi, vedere chi poteva...(aiutarli, ndr)".
L'iniziazione nel covo di Giardinello. "Non so se mi hanno preso in giro, perchè mi hanno fatto questa cosa, diciamo come un rito di affiliazione, che....sembrava un film". Raccontando la cerimonia con la quale Salvatore e Sandro Lo Piccolo lo affiliarono a Cosa nostra, il neo-pentito Francesco Franzese non nasconde il suo stupore. "Io mi sentivo preso in giro - dice Franzese il 14 novembre ai pm - nel senso che facevano come si vede nei film, questo fatto dell'ago... una santina hanno bruciato".
Prosegue il pentito: "Questa santina ce l'avevano loro e la facevano bruciare. E si diceva che... sarei bruciato se io lo tradivo, questa cosa mi ha messo comunque in agitazione". Poi, ricorda Franzese, i Lo Piccolo gli raccomandarono la massima segretezza: "Mi hanno detto che non potevo dirlo a nessuno". Il pentito racconta anche che Totuccio Lo Piccolo sembrava perplesso, dopo aver visto il suo tatuaggio. Ma Sandro lo rassicurò: "Lui mi ha spiegato: vabbè non ti preoccupare, mio padre è troppo all'antica". E poi, alludendo al tatuaggio: "Tu poi 'sto coso perchè non te lo levi?".


14/12/2007
Fonte: La Sicilia

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