venerdì, novembre 30, 2007

Giusto. Basta parole...

Palermo, 29 nov. (Apcom) - "Bisogna assumere atti che vadano oltre la propaganda. Ho già chiesto a Montezemolo: c'è un codice etico in Confindutria? Sulla base del suo codice etico quanti sono gli imprenditori già espulsi da Confindustria, quanti sono quelli sospesi? Ce lo deve dire quanti sono, non ci può dire che 'c'è un codice etico'". Lo chiede, con forza, Francesco Forgione, presidente della Commissione Nazionale Antimafia, a margine del convegno su "Le mafie oggi in Europa:politiche penali ed extrapenali a confronto" in corso a Palermo.
"Alla politica si chiede un atto di rottura? - dice - e noi faremo un monitoraggio sul codice etico per la formazione delle liste in occasione delle elezioni amministrative di primavera e renderemo pubblico quanti sono i partiti e le liste che hanno, diciamo, 'contrastato' il nostro codice etico. C'è un codice etico vincolante per Confindustria? Ci forniscano i dati. Ma che non si faccia di questo solo propaganda".
Forgione, comunque, appoggia la nuova linea di Confindustria che ha preso il via a Caltanissetta. "Dobbiamo stare al fianco della parte di Confindustria che sta operando una rottura. Ma le rotture vere ci sono quando ci sono le denunce. A Caltanissetta e ad Agrigento - sottolinea - ci sono state. A Palermo denunce non ce ne è da parte di imprenditori, a Trapani c'è l'omertà più totale, in Calabria non si muove una foglia, quindi la situazione è complessa".
"E poi - continua il presidente dell'Antimafia - non c'è solo il problema di denunciare il racket del 'pizzo'. C'è il problema di porre fine ad un meccanismo di gestione degli appalti che ha visto gli imprenditori parte di un sistema gestito in modo corrotto fra imprese e mafia e c'è un problema di legalità interna alle imprese. Prima fra tutto il rispetto dei diritti di chi lavora che è l'altra faccia di una modalità mafiosa che non può essere separata nella ricostruzione di una etica pubblica che prosciughi la mafia".
Fonte: alice.it

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