giovedì, ottobre 04, 2007

Doveva essere ucciso un sottoufficiale

Doveva essere ucciso per le sue continue pressioni riguardo lo scioglimento del Consiglio comunale di Villabate, piccolo centro alle porte di Palermo assediato dai clan. La mafia aveva emesso una sentenza di morte nei confronti del maresciallo dei carabinieri Sigismundo Caldareri, secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia Francesco Campanella. Il progetto omicida sarebbe riportato in una memoria sottoscritta dal pentito e depositata nel settembre scorso a integrazione di atti d'indagine. Secondo Campanella, il boss Antonino Mandala' avrebbe preso di mira il sottufficiale che comandava la stazione di Villabate; cosi', sarebbe maturato il piano per ucciderlo, ma sarebbe rimasto tale per la prevista contrarieta' di Bernardo Provenzano. "Nino Mandala' - scrive Campanella - odiava Caldareri perche' continuava a mandare relazioni di richiesta del provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale. Queste notizie gli venivano da un carabiniere che gli dava sempre informazioni in anticipo, compresa quella del suo futuro arresto". Il pentito riferisce che il boss avrebbe proposto al figlio Nicola di preparare l'eliminazione del maresciallo con un attentato, ma questi convinse il padre che Provenzano non avrebbe mai autorizzato l'azione, "poiche' - continua Campanella - la sua strategia era di totale immersione di Cosa nostra per consolidare tutti i rapporti con politici, uomini delle forze dell'ordine collusi e poteri forti che avrebbero consentito all'organizzazione di rafforzarsi e inserirsi in tutti gli affari leciti dell'economia siciliana".
Fonte: La Repubblica

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