giovedì, ottobre 04, 2007

Arrestato il "Re del pizzo"

La fuga di un altro superlatitante è stata fermata dalla rete delle forze dell'ordine. Il ''Re del pizzo'', Enrico Scalavino, 36 anni, ritenuto esponente di spicco della famiglia mafiosa di ''Corso Calatafimi'' ed inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi, è stato detronizzato. ''Muschidda'', come era soprannominato Scalavino, era ricercato dal maggio 2007, dopo che era riuscito a sfuggire all'operazione ''Antartide''. Legato al mandamento ''Pagliarelli'', capeggiato dal boss detenuto Anonino Rotolo contrapposto al noto latitante Salvatore Lo Piccolo, Scalavino è accusato di associazione mafiosa, narcotraffico e di avere imposto il pagamento del pizzo a commercianti e imprenditori in una vasta zona della città. Il suo ruolo era principalmente quello di gestore ed esattore delle estorsioni, nell'interesse delle famiglie del centro cittadino, ruolo che, a quanto pare, continuava ad esercitare anche durante la latitanza. Di lui hanno parlato diversi pentiti che lo hanno anche indicato attivo sul fronte del traffico di stupefacenti e sarebbe coinvolto personalmente anche nell'esecuzione di attentati ai danni di commercianti che si erano rifiutati di pagare. Scalavino sarebbe anche sfuggito alla cattura un paio di settimane fa, quando i carabinieri lo hanno localizzato in una zona costiera nell'hinterland del capoluogo siciliano. ''C'è sfuggito per un soffio - ha detto il tenente colonnello Iacopo Mannucci Benincasa - e quell'episodio ci ha fatto ancora di più ritenere che il latitante non si fosse allontanato dalla città. Abbiamo seguito i familiari, compresa la moglie, e negli ultimi giorni siamo riusciti a localizzare alcune abitazioni della periferia di Palermo dove l'uomo si è nascosto e ha ricevuto assistenza. All'interno dell'organizzazione mafiosa Scalavino avrebbe raggiunto una posizione di vertice nel racket delle estorsioni, ma sarebbe stato in stretto collegamento con un altro latitante di spicco, quel Giovanni Nicchi il cui nome figura già in diverse inchieste della Dda a proposito dei nuovi organigrammi dei clan mafiosi palermitani''. L'operazione - Erano circa le quattro della notte scorsa quando i carabinieri del Reparto operativo hanno intercettato la Renault Clio guidata dal latitante: subito è partito l'inseguimento, ma a poche centinaia di metri dall'ospedale Cervello, è stato fermato e circondato dalle pattuglie dei carabinieri che avevano praticamente blindato l'intera area. L'uomo non ha opposto resistenza. Nell'auto è stato trovato un documento falso e altra documentazione al vaglio degli inquirenti. La perquisizione è stata estesa anche all'abitazione dove il latitante aveva trovato rifugio, nella zona di via Leonardo da Vinci. Le reazioni - Il ministro dell'Interno Giuliano Amato, e il suo vice Marco Minniti si sono congratulati con il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, per la ''brillante operazione'' che ha portato all'arresto di Scalavino. ''Dimostra la determinazione delle forze dell'ordine contro i reati di estorsione e racket - si legge in una nota del Viminale -. Le forze imprenditoriali di tutta la Sicilia possono essere certe che lo Stato non darà tregua alle organizzazioni dedite al racket e che sarà al fianco, anche attraverso lo sviluppo del progetto per il garante d'impresa, di tutti coloro che in questi mesi si stanno ribellando al pizzo''.
Fonte: guidasicilia.it

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