venerdì, luglio 06, 2007

Ancora confische a Badalamenti

PALERMO - La sua morte non ha bloccato il passaggio allo Stato dei beni. Sono stati confiscati terreni, società, appartamenti appartenuti al boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, deceduto tre anni fa. Il patrimonio - secondo una stima non ufficiale - ammonterebbe a un centinaio di milioni di euro. Badalamenti morì nel centro medico federale di Devens, Ayer, Massachusetts, il 29 Aprile 2004. Fu accusato di essere il capomafia della sua città natale Cinisi e di capeggiare la cupola mafiosa nel 1970. Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 44 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della allora chiamata Pizza Connection, un anello di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari che utilizzava pizzerie come punti di spaccio dal 1975 al 1984. Badalamenti fu condannato all'ergastolo dai magistrati italiani per la morte del militante di Dp Peppino Impastato. Il procedimento per la confisca era iniziato nel 1982. La difesa aveva sostenuto che Badalamenti aveva acquistato tutto con i proventi del suo onesto lavoro. La sezione misure di prevenzione non ha creduto però a questa tesi.Il provvedimento di sequestro dei beni, eseguito dalla Sezione operativa della Dia di Messina, ha riguardato il patrimonio riconducibile, oltre che a Sebastiano Rampulla, di 61 anni, detenuto, indicato come il rappresentante provinciale di Cosa nostra, anche a Maria Rampulla, di 63 anni, sorella di Sebastiano. La donna è considerata "l'anello di congiunzione tra il fratello e gli affiliati alla cosca messinese, ma anche "l'amministratrice" del patrimonio illecito appartenente alla famiglia Rampulla. L'indagine è stata coordinata dal Procuratore Luigi Croce e dal sostituto, Ezio Arcadi. Alla fase esecutiva dell'operazione hanno partecipato anche i carabinieri e personale del Ros di Messina.Il sequestro riguarda un'azienda agricola a Mistretta, una casa a Reitano, un circolo ricreativo ad Alì Terme, un'azienda agricola a Caltagirone e un complesso agrituristico ad Aidone (Enna). Il provvedimento cautelare scaturisce dall'operazione Icaro che nei mesi scorsi si è conclusa con la condanna di Rampulla a sette anni di reclusione per associazione mafiosa. Rampulla è anche stato condannato dal tribunale di Caltanissetta a 14 anni di reclusione nell'operazione Dionisio. Il procuratore Luigi Croce nell'esaltare il lavoro complesso della Dia ha affermato: "Non temiamo sviluppi successivi a livello giudiziario dopo questo sequestro. I nostri sospetti che l'enorme patrimonio della famiglia Rampulla fosse di provenienza illegittima sono stati confermati. La Dia ha accertato che nessuno dei componenti di questo nucleo familiare svolge attività lavorativa tale da giustificare il possesso di così imponenti beni". L'operazione di oggi è stata denominata "Belmontino" dalla denominazione dell'agriturismo di Enna
realizzato dai Rampulla.
06/07/2007
Fonte: La Sicilia

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