lunedì, aprile 30, 2007

L'uccisione di Pio La Torre

PALERMO - L'ultima sentenza per l'uccisione di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo è stata emessa il 12 gennaio di quest'anno dalla corte d'assise di appello di Palermo. Sono stati condannati all'ergastolo due dei presunti sicari, Giuseppe Lucchese e Nino Madonia. In un processo separato era stato condannato a otto anni il terzo componente del "gruppo di fuoco", Salvatore Cucuzza, diventato collaboratore di giustizia. Dalle sue rivelazioni è stato possibile ricostruire il livello esecutivo dell'agguato, compiuto il 30 aprile 1982. Oltre a Lucchese, Madonia e Cucuzza, in piazza Turba c'era Pino Greco "scarpuzzedda" armato di una mitraglietta che però si inceppò. Greco è stato poi eliminato nel corso della guerra di mafia che in quegli anni impegnava l'ala tradizionalista di Cosa nostra, legata alla figura del boss Stefano Bontate, e il gruppo emergente dei corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Oltre ai sicari, sono stati condannati all'ergastolo gli uomini più in vista della "cupola": gli stessi Riina e Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino "Nenè" Geraci morto di recente. Tutti i processi hanno ricondotto la causale dell'agguato all'impegno antimafia di Pio La Torre, promotore di una legge che ha introdotto il reato di associazione mafiosa nel codice penale e ha previsto la confisca dei patrimoni per gli affiliati a Cosa nostra.
Le inchieste hanno ricostruito comunque un movente più complesso nel quale si sarebbero ricomposti gli interessi della mafia ma anche le trame di poteri occulti e servizi segreti. Tra il 1981 e il 1982 La Torre fu il più attivo protagonista del movimento che si opponeva alla installazione dei missili Cruise a Comiso. Nessun riscontro giudiziario ha invece trovato l'esistenza di una "pista interna" o comunque di un isolamento dentro lo stesso Pci che a lungo è stata evocata nel dibattito politico.
28/04/2007
Fonte: La Sicilia

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