sabato, aprile 14, 2007

Giuseppe Madonia chiede il rito abbreviato

E' accusato di essere stato una delle "menti" di un omicidio maturato nel contesto della faida mafiosa che interessò Valledolmo un ventennio fa e con questa accusa salirà sul pretorio il 23 maggio. L'imputato è il boss Giuseppe Madonia che, ieri, ha chiesto al Gup di Palermo Rachele Monfredi di essere giudicato con il rito abbreviato. L'omicidio per il quale il numero uno di Cosa Nostra nel Nisseno è in attesa di giudizio è quello compiuto il 24 gennaio del 1987 a Buonfornello ai danni di Rosolino Miceli, fatto fuori a colpi di fucile ed il cui corpo venne poi bruciato nel bagagliaio dell'auto del presunto killer. A tirare in ballo il boss per quel fatto di sangue sono stati l'ex capomandamento di Caccamo, Nino Giuffrè, e Ciro Vara.
Le due "gole profonde", nell'autoaccusarsi del fatto di sangue delinearono il contesto in cui maturò e fecero i nomi di chi - a loro dire - aveva emesso sentenza di morte contro Miceli. In particolare Giuffrè disse di essere stato uno degli ideatori del delitto insieme con Madonia e con Bernardo Provenzano. Vara, invece, avrebbe coordinato il lavoro del killer indicato dai due collaboranti in Rosolino Rizzo.
Madonia ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato. La sua posizione, dunque, è stata stralciata da quella di Rizzo e Provenzano per i quali è stato disposto il rinvio a giudizio. Il difensore di Madonia, avv. Antonio Impellizzeri, ieri stesso ha preannunciato che all'apertura del processo con l'abbreviato contro Madonia chiederà la riunione con un altro processo che vede imputato il boss per un altro omicidio della faida di Valledolmo, quello di Gandolfo Panepinto.
Fonte: La Sicilia

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