mercoledì, febbraio 07, 2007

Le solite novità di Grasso...

I magistrati della Procura di Catania hanno detto che «allo stato» non sono emersi «collegamenti tra l'omicidio e la criminalità organizzata». Una «connection» che, secondo il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, sarebbe episodica e - in casi come quello di Catania - «controproducente» per la mafia.
Grasso ricorda quando il 22 dicembre 2002, al «Barbera» di Palermo, nella partita del campionato di serie B contro l'Ascoli, sulla curva Sud fu esposto lo striscione: «Uniti contro il 41 bis. Berlusconi dimentica la Sicilia». Un «commento» di attualità, pochi giorni l'introduzione definitiva del 41 bis (carcere duro per i boss mafiosi), deciso dal governo Berlusconi. Ma sul legame ultras-mafia, Grasso invita alla cautela. «Anche i mafiosi vanno alla partita - osserva il procuratore -, anche i mafiosi votano.
Ma quello striscione rientrava in una strategia mediatica: lo stadio utilizzato come mezzo di comunicazione». Sulla vicenda di Catania l'analisi è più complessa: «La mafia - spiega - usa la violenza in modo scientifico. L'uccisione di un poliziotto, per gli effetti che provoca, può solo essere controproducente per Cosa nostra. È invece possibile trovare "coincidenze" tra bande giovanili strumentalizzate dalla mafia, che se ne serve al bisogno, e gruppi di ultras, specialmente nei quartieri più degradati».
Fonte: Avvenire

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