venerdì, febbraio 16, 2007

Grasso parla del 41 bis

I detenuti sottoposti a regime di carcere duro per reati legati ad attivita' mafiose (41 bis) sono attualmente 521 ma con un decremento costante negli anni. E questo, mentre non sembra interrompersi il contatto tra i boss in carcere e l'esterno, con tanto di direttive e 'consigli' alle famiglie mafiose. A chiedere di rivedere la legge istitutiva del 41 bis e' stato oggi il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso davanti alla Commissione parlamentare antimafia.
''Il 41 bis - ha spiegato Grasso nel corso della sua audizione a San Macuto - e' nato per risolvere alcuni problemi e resta uno strumento essenziale nella lotta alla mafia'', ma la sua efficacia e' stata condizionata da alcune interpretazioni date al provvedimento dai tribunali di sorveglianza e da alcune sentenze della stessa Consulta.
''Oltretutto - ha spiegato il procuratore antimafia - continuano fughe di notizie dalle carceri con i piu' svariati e fantasiosi sistemi''. Da qui la necessita', ha aggiunto Grasso, di trovare alcune soluzioni per modificare e rendere piu' efficace l'attuale normativa ''pensando anche al cambiamentio, in alcuni punti, dell'istituto''.
Tra le proposte avanzate anche quella di una sorta di ''indagine'' costante sui detenuti sottoposti al 41 bis che aiuti a scoprire eventuali contatti con l'esterno. ''Si e' tanto insistito sull'importanza delle misure di isolamento, bisogna ora - ha detto il procuratore antimafia - dimostrare che l'isolamento sia reale ed efficace''.
Lo stesso Grasso ha poi fornito alcuni dati relativi al decrescere del regime del 41 bis diminuito, dal 2003 ad oggi, di 245 unita'.
Fonte: asca.it

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