domenica, gennaio 21, 2007

Processo a quattro imputati

E' ripreso, ieri pomeriggio in Tribunale, il processo a carico di quattro imputati accusati di aver favorito la latitanza del boss corleonese Bernardo Provenzano, arrestato nell'aprile dello scorso anno vicino Corleone, dopo 42 anni di latitanza. Gli imputati di questo filone dell'inchiesta - partita da Caltanissetta e poi arrivata a Palermo - sono Alessandro Farruggio di Montedoro, i fratelli Gioacchino e Roberto Ferro di Canicattì e Salvatore Martorana di Casteldaccia, ma per anni residente a Vittoria, tutti accusati di associazione mafiosa: secondo l'accusa, avrebbero «smistato» lettere e pizzini con ordini e disposizioni che per anni il boss corleonese avrebbe impartito alle cosche di diverse province siciliane.
Nell'udienza di ieri sono stati interrogati altri due collaboratori di giustizia: si tratta di Minasola di Vittoria, il quale ha detto di essere stato affiliato per diversi anni del clan D'Agosta e poi infiltrato all'interno della stessa organizzazione. Minasola ha parlato dei rapporti che l'organizzazione mafiosa vittoriese avrebbe avuto con Martorana. Un altro collaboratore di giustizia, l'agrigentino Zito, si è invece soffermato sulle cosche mafiose della sua provincia, tra cui quella di Canicattì dei Ferro, figli di uno dei capi storici di Cosa Nostra.
I due testimoni hanno risposto per alcune ore alle domande del pubblico ministero Rocco Liguori e dei legali del collegio di difesa(gli avvocati Armando Zampardi, Angela Porcello, Delfino Siracusano, Giacomo Butera). Il processo è stato poi aggiornato al prossimo mese.
Fonte: La Sicilia

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