sabato, gennaio 27, 2007

La Manna racconta

Il 31 ottobre 2005 il picciotto più giovane del mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale uscì di casa con un pistola in tasca: la fine del suo anno di apprendistato mafioso era l´esecuzione di una condanna a morte, da eseguire entro due giorni. Così gli avevano ordinato. Angelo La Manna pensò ai suoi 34 anni e al padre in carcere per mafia. Vagò a lungo per la città. Guardò da lontano la vittima predestinata, all´improvviso la vita di quel giovane gli sembrava molto simile alla sua. Persa dentro un tunnel. E allora scappò. Disubbidendo ai suoi capi. Ma a quel punto non aveva altra scelta. La sera del 31 ottobre di due anni fa Angelo La Manna si è presentato al piantone della squadra mobile e ha chiesto di parlare con un funzionario della "Catturandi". Un´ora dopo stava già raccontando gli affari del clan Lo Piccolo e i nomi dei complici: per i magistrati è stato un riscontro eccezionale alle intercettazioni che andavano avanti ormai da due anni. Ma quelle rivelazioni svelavano molto altro. Perché La Manna conosceva i nomi degli insospettabili.
In cima alla lista, il neo-collaborante ha messo il ragioniere Girolamo La Porta: «Ha uno studio a Carini - spiegò quella sera - è persona di fiducia della famiglia. Si occupa di gestire i soldi dei mafiosi, attraverso l´apertura di conti correnti intestati a persone sconosciute presso le agenzie di Carini delle banche Carige, Banco di Sicilia, Banca Nuova e Banca di Lodi. Il ragioniere La Porta si occupa anche degli immobili e dell´attività edilizia gestita con i soldi della famiglia di Carini». L´elenco dei prestanome è lungo, in parte coperto da un fitto segreto d´indagine. La Manna era entrato da poco nel clan di Carini, ma si era subito conquistato la fiducia del reggente Enzo Pipitone e di tutti gli altri, che gli affidavano l´esecuzione di estorsioni e danneggiamenti. Ma soprattutto lo portavano in giro e gli facevano tante confidenze. «L´imprenditore Ferdico opera con i soldi di Claudio Lo Piccolo e della famiglia di Partanna Mondello», ha fatto mettere a verbale La Manna. Secondo la Procura è una conferma: nell´ordine di custodia su San Lorenzo si parla della ditta Ferdico per l´assunzione di alcune persone al nuovo maxicentro di Carini. «Anche le imprese commerciali vicine o riconducibili agli interessi degli esponenti di Cosa nostra - scrivono i magistrati - dovevano in qualche modo contribuire». Quelle assunzioni sarebbero state l´elargizione concessa da Ferdico alla "famiglia" di Carini. Anche il titolare dei Sisa, già all´attenzione del Gico della Guardia di finanza, è finito nelle intercettazioni: «Il nostro amico Sgroi», dice Enzo Pipitone.
Nel mandamento di Salvatore Lo Piccolo gli affari non si fanno solo con i prestanome. I mafiosi avvicinano gli imprenditori più facoltosi e cercano di trattare alla pari. «Noi dobbiamo risolvere problemi», si dicono e non sospettano di essere intercettati. Il pizzo non è più imposizione, ma pagamento di un servizio. «Io ho pagato cinque milioni - diceva un piccolo costruttore - però adesso sono tranquillo». A tutte le forniture pensava la "famiglia" di Carini.
Così i boss sono riusciti a convincere diversi costruttori edili, tutti intercettati: Alfonso Priano, Damiano Scalici, Carlo Cutietta e Antonino Lo Buglio, impegnati nella realizzazione di villette. Giovanni Billeci doveva mettere su 70 mini-appartamenti in contrada Piraineto. Il clan Lo Piccolo gli aveva chiesto 350 mila euro. Ma lui fu più realista dei mafiosi. Si rivolse al boss della Noce, Pierino Di Napoli, perché mediasse: «Mi fate una cortesia - disse il mafioso al collega di Carini - ci diamo una ritoccata di 5 mila euro a casa. Gliela chiudiamo con 250 mila euro». Chi era quel Giovanni Billeci che poteva pretendere uno sconto sul pizzo? I magistrati mettono anche lui fra i costruttori «vicini» a Cosa nostra.
Gli affari dei nuovi mafiosi che comandano spaziano fra vari settori. Nulla si disdegna. Nel clan che aveva investito persino nei computer il padrino si preoccupa pure di chi segue il pascolo. L´incendio che il 26 agosto 2003 devastò Monte Falco era stato appiccato dai boss: sul terreno bruciato le prime piogge portano un manto erboso particolarmente gradito alle bestiole. Gli investigatori l´hanno appreso intercettando Giuseppe Luca e un complice, mentre si preparano ad appiccare il rogo.
Fonte: La Repubblica

5 commenti:

V ha detto...

Ciao,per caso ho trovato il tuo blog e devo farti i complimenti!Ti dico solo che io vivo,per mia disgrazia,nel paese più mafioso della sicilia occidentale:Torretta...di sicuro ne avrai sentito parlare(SCHIFO MAFIOSI DI MERDA!)
E ti dirò che l'architetto Damiano Scalici,giusto per la cronaca,quello che hai citato,si sta portando come Sindaco...Tanto per dare una nuova boccata d'aria antimafia(vuol dire niente!)
Comunque,ancora complimenti!
Ciao!

Sciavè ha detto...

grazie davvero e grazie per l informazione..

Anonimo ha detto...

cara vale credo dovresti informarti meglio sulle cose e sulle persone di cui scrivi. Non ho risposto prima a questo blog ed al tuo commento perchè nè ho scoperto solo ora l'esistenza. L'antimafia fatta di parole parole parole al vento, di disinformazione e di accuse gratuite o scappando, buttando fango sul posto in cui si vive o si è vissuti serve a ben poco, anzi serve alla mafia, tu sei ancora troppo "piccola" per capirlo. Tenevo solo a precisare che la persona indicata nell'articolo su repubblica inserito da sciavè non sono io, e non potrei mai esserlo essendo lontano per cultura e per formazione anni luce da quel mondo dove tu mi hai collocato e che io ho sempre combattuto, ma non da un blog.

Anonimo ha detto...

Purtroppo TUTTI i giornali e i siti internet riportavano la stessa notizia e la persona era quella che avevo ben capito.Non me le sono inventate io,l'ho lette.
Carta canta.Se poi c'è stato uno scambio di persona,meglio per lui.

Anonimo ha detto...

tratto da l'Orda.........
"A colui che questo blog vuole visitare
ma nell'anonimato vuol rimanere
Auguro dal profondo del mio cuore,
non un semplice malore,
ma che possa il suo intestino,
con dolori lancinanti,
espeller, quando sale la marea
una quantità abnorme di diarrea.
E se persevera nel non svelare la sua identità,
ancora e ancora diarrea
in grande quantità.
Qualora foste maschi o presunti tali
prestate attenzione,non è una balla,
ad ogni singola vostra palla.
O se siete gallinelle,
possa il vostro c***
mutare la forma
e diventare per atterraggi aerei
una piattaforma.
(GNIEC GNIEC GNIEC)
The Vale Witch Project"
"regola n°9:restare anonimi(la trasparenza è propria solo di gente estranea ad una cultura mafiosa)"