lunedì, ottobre 09, 2006

Processo Dell'Utri

Il senatore: 'E' la forza della verità'. E' stato assolto dall'accusa di calunnia aggravata il senatore Marcello Dell'Utri (Fi) . A deciderlo sono stati i giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo. Dell'Utri è stato assolto ''per non avere commesso il fatto'' in base all'art. 530, secondo comma del codice di procedura penale. Nei confronti del coimputato Cosimo Cirfeta, morto suicida nei mesi scorsi in carcere, i giudici hanno dichiarato ''il non doversi procedere perchè il reato e' estinto per morte del reo''.
L'avvocato Giuseppe Di Peri, difensore di Marcello Dell'Utri, ha così commentato l'assoluzione del senatore: "I giudici non hanno dato nulla di più o di meno di quello che Dell'Utri meritava''. ''Dell'Utri - dice il legale - ha sempre sostenuto di essere stato contattato dai collaboratori di giustizia e di non averli mai cercati''.
Il senatore ha atteso il verdetto nel suo ufficio di Milano e ha accolto con sorpresa la notizia dell'assoluzione perchè ''non nutre - dice l'avvocato - molta fiducia nell'operato dei magistrati''. L'accusa si basa su una combine che il parlamentare avrebbe organizzato con la complicità di due pentiti, Giuseppe Chiofalo e Cosimo Cirfeta, per screditare i collaboratori di giustizia che lo accusavano di c ollusioni con la mafia nel procedimento in cui il parlamentare di Forza Italia è stato condannato, in primo grado, a nove anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Dell'Utri, secondo gli inquirenti, nel 1998 avrebbe tentato di creare un ''corto circuito'' nel sistema dei collaboratori di giustizia in modo da screditare i pentiti palermitani, in particolare Francesco Di Carlo, Domenico Guglielmini e Francesco Onorato, che si sono costituiti parte civile, ed hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro. In questo modo, sostengono i pm, le accuse dei pentiti nei confronti del parlamentare sarebbero state demolite.
Per questa vicenda, legata anche ad un tentativo di estorsione per il quale Dell'Utri è stato giudicato a Milano, i pm di Palermo nel marzo 1999 avevano chiesto ed ottenuto dal gip un'ordinanza di custodia cautelare. L'esecuzione dell'arresto venne respinta a maggioranza dal Parlamento. Il giudice ha poi revocato il provvedimento cautelare nel luglio 2001. Il processo è iniziato il 17 settembre 2001 davanti ai giudici della quinta sezione del tribunale, presieduti da Salvatore Di Vitale, e sono stati ascoltati in aula diversi testimoni, fra cui anche il direttore del Sisde, Mario Mori. Durante la fase preliminare il pentito Chiofalo ha chiesto ed ottenuto di accedere al patteggiamento; così è stato condannato nel luglio di cinque anni fa a dieci mesi di reclusione. La sua posizione è stata stralciata ed è uscito dal processo. Cirfeta, che ha seguito molte udienze, è morto suicida nei mesi scorsi in carcere. Il pentito-imputato aveva riferito ad alcuni magistrati che i collaboratori Francesco Onorato e Francesco Di Carlo si sarebbero accordati fra loro per accusare di collusioni mafiose Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.
Le dichiarazioni del pentito si sarebbero poi allargate, tanto da affermare che ci sarebbe stata una ''combine'' anche contro Massimo D' Alema e l'ufficiale dei carabinieri Giuseppe De Donno. Nel processo sono inseriti filmati, fotografie e intercettazioni che riguardano incontri di Dell'Utri con Chiofalo e Cirfeta nel tentativo, sostengono i pm, di mettere a punto il piano per screditare i pentiti. Per questo motivo la Procura di Palermo ravvisò il pericolo di un inquinamento probatorio dagli incontri tra l'esponente politico ed i pentiti.Il parlamentare ha sempre negato ogni responsabilità, ammettendo gli incontri che sarebbero stati, ha detto, sollecitati dagli stessi collaboratori.
Diversa la versione di Chiofalo, secondo cui Dell'Utri gli avrebbe promesso denaro in cambio della falsa denuncia di un complotto che sarebbe stato ordito dai tre pentiti che sono parte civile, perchè parte lesa. La difesa aveva chiesto la rimessione del processo ad altro tribunale, per legittimo sospetto, ma la Cassazione ha rigettato l'istanza. Oggi i giudici della quinta sezione del tribunale hanno assolto Dell'Utri ''per non avere commesso il fatto''.
''Sono esterrefatto per l'assoluzione perchè non sono abituato''. Cosi' Marcello Dell'Utri ha commentato la sua assoluzione. ''E pensare - ha detto il senatore di Forza Italia - che questo è un tribunale che io avevo ricusato. Evidentemente la forza della verità era tale che i giudici non potuto che prenderne atto. Speriamo di continuare cosi'''.
Fonte: quotidiano.net

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