venerdì, ottobre 27, 2006

Intervista a Simonetta Amenta

Bologna - Al margine della manifestazione biennale “Gli stati generali del documentario italiano”, abbiamo incontrato la palermitana Simonetta Amenta che dirige la Eurofilm, casa di produzione cinematografica con sede a Roma. Simonetta ha prodotto “Il diario di una siciliana ribelle” - che racconta la storia di Rita Atria - e “Il fantasma di Corleone”, quest’ultimo uscito nel marzo di quest’anno, poco prima che Bernardo Provenzano fosse catturato. Il regista di entrambi i documentari è il fratello di Simonetta, Marco. In queste giornate degli “Stati generali” è emerso chiaramente che in Italia non ci sono soldi per i documentari: mentre in Francia una tv commerciale arriva a trasmettere documentari per il 26% del proprio palinsesto, sulla RAI si arriva al 4%. Cerchiamo di capire come si realizzi un documentario nella difficile terra di Sicilia e contro quali ostacoli ci si scontri parlando di mafia. D: Simonetta, quanti soldi ha speso la Eurofilm, la tua casa di produzione, per “Il fantasma di Corleone”? R: Zero. Il compito della Eurofilm è stato quello di reperire i soldi. Poi c’è stato un anno di lavoro tra produzione, scrittura, interviste e contatti. D: Avete ricevuto fondi da parte delle istituzioni siciliane? R: La Film Commission di Palermo ci ha dato 3000 €. Il documentario è costato circa 300.000 €, la maggior parte dei finanziamenti sono venuti da broadcaster di Francia, Germania e dall’Unione Europea. D: “Il fantasma di Corleone” ha avuto successo? R: È stato trasmesso nelle tv di Francia, Germania, Belgio e altri paesi europei. All’estero la storia suscita molto interesse. D: E in Italia? R: È stato proiettato a Roma, Palermo e poche altre città, solo in sale d’essai. Sembra che la RAI adesso abbia intenzione di comprarlo. D: Com’è stato girare in Sicilia un documentario che parla di mafia? Avete cercato di fare “di nascosto”? R: Dal momento che metti in moto la cinepresa tutti sanno quello che stai facendo, è impossibile nascondersi. Il fatto di essere siciliani e di saper parlare con la gente, ci ha facilitati in qualche modo. D: Nel documentario tuo fratello dice di esser scappato dalla Sicilia dopo le morti di Falcone e Borsellino. Anche tu hai fatto la stessa scelta? R: Ho studiato a Roma e sono rimasta lì perché in Italia il cinema si fa a Roma. Ad ogni modo, quando sei lontano la terra ti manca e allora trovi tutte le ragioni per tornarci. D: Perché questo documentario su Provenzano? R: Per anni di Provenzano non se n’è parlato, sembrava fosse veramente un fantasma. D: Dopo la cattura di Provenzano pensi ci sarà una guerra di mafia? R: Non penso proprio, Cosa Nostra si è gia riorganizzata eleggendo nuovi capi al suo interno. D: Qual è il significato de “Il fantasma di Corleone”? R: È un’accusa allo Stato. D: Che accoglienza ha ricevuto “Il fantasma di Corleone” in Sicilia? R: Ci sono stati commenti positivi. Forse ha dato fastidio alla classe dirigente siciliana.
Fonte: Isola possibile

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti racconto questa; un mio amico ha avuto un incontro con un alto dirigente RAI, diciamo un direttore di rete, per realizzare un documentario storico su un faomoso personaggio italiano. Costo, qualche decina di migliaia di euro. Sai cosa gli ha detto? Il direttore gli ha risposto che di "questo personaggio e della sotria a nessuno frega un cazzo"...
(il mio amico era accompagnato da un'altra persona quindi...)
Ecco., questi sono i direttori. I soldi ci sono eccome... pensa a quanto hanno speso per quella stupidaggine di Wild West... diciamo che ci sarebbero...
Ciao.

Sciavè ha detto...

Sono d'accordo con te...è ovvio i fondi ci sono ma vengono usati in maniera completamente sbagliata...xfare un documentario in Italia,purtroppo o si è personaggi affermati o si hanno conoscenze...prendi x esempio "la mafia è bianca", i 2 registi lavoravano nella redazione di Sciuscià ed è stato Santoro che ha creduto in loro...e quando ho parlato con loro mi hanno detto che cmq dovevano arrangiarsi xchè c'erano pochi fondi....è l'Italia...è x questo che provo a cambiarla nel mio piccolo...grazie x il commento...