martedì, ottobre 31, 2006

I pm disperati... Giustamente...

CATANIA - Mancano le vetture, il carburante e anche gli autisti. Restano così a piedi gli 11 magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catania che, "per protesta contro questa situazione e per problemi di sicurezza" da tempo non firmano lo "schema di accordo di protezione" inviato dal ministero dell'Interno, e oggi hanno rimesso il loro mandato nelle mani del Procuratore della Repubblica, Mario Busacca.
Le officine meccaniche si rifiutano di riparare i guasti, perchè i titolari vantano crediti per oltre 35 mila euro, la stessa cosa accade con la benzina, che i magistrati pagano di tasca loro per andare a lavorare. Il distretto giudiziario di Catania comprende anche le Procure di Siracusa, Ragusa, Modica e Caltagirone.
"Preso atto delle continue e perduranti gravissime disfunzioni riscontrate - scrivono gli 11 pm della Dda di Catania in un documento inviato al procuratore capo e al ministero della Giustizia - la carenza di personale tecnico e le condizioni fatiscenti ed obsolete delle autovetture blindate utilizzate non consentono di adeguatamente salvaguardare la nostra incolumità, nè, tanto meno, di garantire un corretto svolgimento dei compiti istituzionali"
I magistrati antimafia di Catania osservano nella missiva che "a tale deficitaria condizione si è da ultimo aggiunta una avvilente indisponibilità di risorse finanziarie che non consentono, ormai da mesi, di approvvigionare le vetture di carburante, nemmeno per garantire la nostra presenza in udienza". Tanto che lo comprano loro a titolo personale. "Alla luce di tale insostenibile situazione - spiegano i pm della Dda etnea, non abbiamo sottoscritto lo schema di accordo per la protezione ancora una volta trasmesso dal ministro dell'Interno il 18 agosto scorso".
"I componenti della Direzione distrettuale antimafia - concludono gli 11 sostituti procuratori - ritengono di non dover ulteriormente subire la mortificazione di non potere adempiere di fatto ai propri compiti istituzionali come legge prescrive e coscienza impone, rassegnando, pertanto, il nostro mandato".
Il documento è firmato dai sostituti Francesco Puleio, Ignazio Fonzo, Fabio Scavone, Giovannella Scaminaci, Agata Santonocito, Francesco Testa, Iole Boscarino, Alessandro Centonze, Federico Falzone, Pasquale Pacifico, Andrea Ursino.
"Una cosa del genere non è tollerabile in un territorio in cui la mafia è ancora viva". Così il procuratore della Repubblica di Catania, Mario Busacca, commenta la vicenda. "Comprendo le motivazioni dei miei magistrati antimafia - aggiunge il procuratore Busacca - ma accettare le loro dimissioni sarebbe una sconfitta dello Stato e per questo non le potrò accettare. Certo dovrò limitare l'invio dei nostri pm antimafia fuori da Catania per problemi di bilancio ma soprattutto di sicurezza".
Il procuratore di Catania ricorda di "avere da tempo segnalato al ministero della Giustizia la grave situazione in cui lavoriamo per carenze finanziarie". "E adesso - conclude - invierò anche questa lettera dei miei 11 pm della Dda al ministro della Giustizia. Vedremo...".
30/10/2006
Fonte: La Sicilia

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buon Giorno, mi inserisco nel tuo blog per chiederti una informazione; quello che mi interessa è il nome di un Commissario di Polizia che, se i ricordi non mi ingannano, negli anni ottanta scampò a un attentato mafioso, una imboscata organizzata dallo stesso Messina Denaro(così mi par di ricordare).
Il commissario mentre era a bordo della sua vettura venne affiancato da un'altra macchina che aprì immediatamente il fuoco, il commissario reagì, rispose al fuoco e fermata la macchina corse al riparo lungo la spiaggia che costeggiava la strada. Si salvò riportando solo lievi ferite (forse anche alla testa).
Scusami se mi inserisco così nel tuo blog. Ti ringrazio e ti faccio i complimenti per i tuoi articoli.
Ciao,
Alessandro