sabato, maggio 13, 2006

21 ordinanze di custodia cautelare

CATANIA - La polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 presunti affiliati della cosca mafiosa Santapaola. Indagini della squadra mobile della Questura di Catania hanno permesso di ricostruire le dinamiche e la nuova organizzazione interna di Cosa nostra nei vari rioni della città.L'ordinanza restrittiva dell'operazione 'Arcipelago 2' è stata emessa dal gip su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro e del sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Carmelo Petralia. I reati ipotizzati sono associazione mafiosa, estorsioni. E' contestato anche un omicidio di 'pulizia' interna al clan.Le indagini avrebbero accertato la capacità di Cosa nostra, e delle 'famiglie' Santapaola ed Ercolano in particolare, di mettere sotto estorsione commercianti e imprenditori. Secondo l'accusa i proventi delle tangenti servivano anche a pagare gli 'stipendi' agli affiliati e ai parenti dei detenuti.Gli arrestati sono accusati di aver fatto parte di un'organizzazione di tipo mafioso guidata da Nitto Santapaola e dal nipote Aldo Ercolano. Nel corso dell'inchiesta la polizia ha accertato come l'organizzazione fosse articolata in "gruppi" territoriali strutturati in modo verticistico e corrispondenti a vari quartieri di Catania, fra i quali Zia Lisa, Villaggio Sant' Agata, Librino, San Giorgio, Monte Po, Picanello.In particolare è stato scoperto che il gruppo del Villaggio Sant'Agata sarebbe stato guidato e diretto da Raimondo Maugeri. Per diversi mesi gli agenti della Mobile hanno "radiografato" le vicende all'interno di questo gruppo ed in maniera più dettagliata dal 6 giugno 2002, quando venne assassinato di Domenico La Spina, all'epoca dei fatti reggente del "gruppo" del quartiere Zia Lisa, strettamente legato alla "squadra" del vicino Villaggio Sant'Agata.L'attività investigativa ha permesso non solo di individuare autori e moventi dell'omicidio - nei mesi scorsi sono stati arrestate due persone con l'accusa di essere gli esecutori materiali del delitto, Pietro Crisafulli e Andrea Marcadini, entrambi già condannati all'ergastolo dalla Corte di Assise - ma di acquisire uno spaccato ampio e dettagliato della composizione e degli interessi illegali dell'organizzazione mafiosa sottoposta a indagine.Nel corso dell'indagine è emerso che il successore di la Spina è stato per diverso tempo Filippo Scalogna. E' stato inoltre dimostrato che tutti i personaggi sottoposti a indagine sono risultati vivere quotidianamente in nome e per conto dell'associazione mafiosa, e che avrebbero "adottato un comportamento e uno stile di vita finalizzato esclusivamente al raggiungimento degli scopi dell'organizzazione e della raccolta del denaro necessario per rimpinguare le sue casse e consentire il pagamento degli 'stipendi' agli affiliati, dimostrando in più occasioni di non avere esitazione alcuna, pur di tutelare i loro interessi, nell'adottare comportamenti violenti e sanguinari nei confronti di chiunque si rendesse responsabile, ai loro occhi, di intralciare il buon andamento degli affari, quand'anche si trattasse di persone appartenenti alla medesima organizzazione criminale".Per garantire la vitalità dell'associazione mafiosa sarebbero stati commessi diversi delitti, tra cui numerose estorsioni, per nove delle quali sono stati trovati riscontri, tutte consumate ai danni di titolari di alcuni negozi e ditte che operano nel settore dell'abbigliamento, dei trasporti, delle costruzioni ed in altri settori. In generale le vittime erano obbligate a versare una somma che oscillava da 250 a 900 euro mensili.
13/05/2006

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