sabato, dicembre 17, 2005

In manette 4 imprenditori vicini alla mafia

GELA (CALTANISSETTA) - Gli agenti del commissariato di Gela e della squadra mobile di
Caltanissetta stanno eseguendo 5 ordinanze di custodia cautelare, tra la Sicilia e il Friuli,
nell'ambito di un'indagine per associazione mafiosa e riciclaggio coordinata dai pm della Dda di
Caltanissetta Renato di Natale e Rocco Liguori. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Paolo
Scotto. Si tratta di cinque imprenditori "vicini", secondo gli inquirenti, al clan gelese degli
Emmanuello.
Tra le persone arrestate c'è anche Massimo Fabio Romano, 34 anni, contitolare di un'azienda
del settore edilizio e fino a giugno scorso presidente della squadra di calcio della città, il Gela Jt
promossa in serie C1 proprio sotto la sua gestione. Il sindaco, Rosario Crocetta, lo aveva
invitato a dimettersi sostenendo che, dal momento che la prefettura gli negava il rilascio
dell'informativa antimafia, se fosse rimasto alla guida della squadra non gli avrebbe erogato il
contributo comunale di sponsorizzazione.
In manette sono finiti anche Giuseppe Mirko Romano, 26 anni, operatore commerciale, fratello
dell'ex presidente del Gela; Claudio Lo Vivo, 30 anni, imprenditore edile e Giuseppe Armando
D'Arma,
51 anni, anche lui imprenditore. Una quinta persona è ancora ricercata. Secondo
l'accusa, attraverso gli imprenditori la famiglia mafiosa del latitante gelese Daniele Emmanuello,
esponente delle cosche nissene gestiva i suoi affari in Sicilia e in Friuli e otteneva lavori persino
in appalti controllati dalla prefettura di Caltanissetta, come quello relativo alla ricostruzione del
porto-isola di Gela, aggiudicato alla Mantovani Spa, o appaltati dalla Nato nella base di Aviano.
Secondo i magistrati gli arrestati gestivano anche il racket delle estorsioni e riuscivano a
imporre loro dipendenti: in una occasione avrebbero fatto riassumere dal titolare di un night
club della provincia di Pordenone due ragazze licenziate perchè erano arrivate tardi al lavoro.
Tra le accuse contestate c'è anche quella del traffico di stupefacenti.
Gli investigatori hanno anche disposto il sequestro preventivo di due aziende: la Edilimpianti
industriali srl, con sede a Gela, il cui amministratore unico era Massimiliano Mancino, genero
dell'imprenditore D'Arma e, la Cim Costruzioni industriali, sempre di Gela, gestita da Clara
Addario. Secondo la procura sarebbero tutte imprese riconducibili alla cosca Emmanuello.
Giovedì 15 Dicembre

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