martedì, aprile 13, 2010

Martelli e Mancino parlano...

PALERMO, 6 APR - 'Avemmo la sensazione che tra i carabinieri del Ros e Vito Ciancimino ci fossero rapporti stretti'. Ha detto Claudio Martelli. L'ex ministro della giustizia depone come teste al processo al generale Mario Mori. Martelli ha raccontato che nel giugno '92, il direttore degli Affari penali, Liliana Ferraro, gli disse che il capitano Giuseppe De Donno, braccio destro di Mori, le aveva riferito di avere contattato il figlio di Ciancimino, per incontrare il padre 'per fermare le stragi'. 'Ferraro - ha aggiunto Martelli - mi racconto' di avere invitato De Donno a rivolgersi a Borsellino'. 'Praticamente - ha continuato - Ferraro mi fece capire che il Ros voleva il supporto politico del ministero a questa iniziativa. Io mi adirai perche' trovavo una sorta di volonta' di insubordinazione della condotta dei carabinieri. Avevamo appena creato la Dia, che doveva coordinare il lavoro di tutte le forze di polizia e quindi non capivo perche' il Ros agisse per conto proprio'. 'Nell'ottobre del '92, Ferraro mi disse di avere visto de Donno e che questi le aveva chiesto di agevolare alcuni colloqui investigativi tra mafiosi detenuti e il Ros e se c'erano impedimenti a che la procura generale rilasciasse il passaporto a Vito Ciancimino'. Anche questo secondo racconto della Ferraro fece adirare l'ex ministro che disapprovava l'indipendenza del Ros e riteneva Ciancimino 'una delle menti piu' raffinate di Cosa nostra'. 'Dare credibilita' a Ciancimino per cercare di catturare latitanti - ha aggiunto - era un delirio.


ROMA,6 APR- 'Ne' Martelli ne' altri mi parlo' mai di contatti con Ciancimino': afferma il vice presidente del Csm Nicola Mancino replicando all'ex ministro. 'Ho sempre escluso, e coerentemente escludo anche oggi, che qualcuno, e percio' neppure il ministro Martelli, mi abbia mai parlato della iniziativa del colonnello Mori di volere avviare contatti con Vito Ciancimino', ha detto Mancino. 'L'on. Martelli - osserva - fra Scotti e Mancino usa la forma dubitativa: ma se uno non si ricorda bene è inutile fare nomi'. Quando la dottoressa Ferraro avrebbe incontrato il col. De Donno si era nel giugno 1992, ed io mi insediai al Viminale il 1 luglio successivo. Col Ros non avevo alcuna relazione istituzionale e, perciò, non c'era bisogno di dire a me un fatto che poteva interessare, semmai, il ministro della Difesa dell'epoca, da cui il colonnello Mori dipendeva'. Mancino conclude: 'Approfitto per ricordare che l'anticipata attuazione della DIA al dicembre 1992 fu inserita nel decreto-legge all'esame del Parlamento su mia proposta, cosi' come fu previsto in anticipo lo scioglimento della gestione straordinaria della Commissione antimafia allora diretta dal Prefetto Finocchiaro'.


Fonte: ANSA

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