martedì, aprile 13, 2010

3 fermi grazie ad un pentito

Palermo, 9 apr. - E' scattata alle prime luci dell'alba di oggi un'operazione antimafia condotta dai Carabinieri del Reparto operativo di Palermo che hanno eseguito tre fermi per associazione mafiosa ed estorsioni. Tra questi in manette anche colui che è considerato il nuovo 'reggente' del mandamento mafioso di Resuttana.
I provvedimenti, firmati dai magistrati del pool coordinato dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, sono stati resi possibili dalle dichiarazioni di un nuovo pentito di mafia che collabora da appena una settimana con i magistrati. L'inchiesta è coordinata dai pm Marcello Viola, Francesco Del Bene, Gaetano Paci, Annamaria Picozzi e Lia Sava.
I tre sono stati fermati per il pericolo di fuga, i magistrati temevano che nell'apprendere dell'avvio della collaborazione del pentito avrebbero potuto lasciare Palermo. Due degli arrestati sono stati fermati a Cinisi a bordo di uno scooter, un terzo aveva trascorso la notte fuori casa. In corso anche perquisizioni alla ricerca di armi e munizioni.
Intanto emergono anche dei retroscena. Secondo quanto raccontato dal neopentito, la mafia doveva 'punire', uccidendolo, un collettore del pizzo perché "imponeva le estorsioni senza la nostra autorizzazione oltre a non essere formalmente affiliato", ma l'uomo si è salvato perchè al momento dell'omicidio aveva in braccio il figlio ancora piccolo. Sempre secondo quanto raccontato dal collaboratore di giustizia, Cosa nostra avrebbe dovuto uccidere anche un altro uomo.
Il neo-pentito di mafia sta anche fornendo informazioni sulla mappa delle estorsioni. Nell'interrogatorio del 31 marzo scorso, ha fatto l'elenco dei negozi che versano il pizzo, non solo a Resuttana, ma anche nel 'salotto' di Palermo, in via Libertà, ad esempio, o in via Leopardi. Stando alle sue rivelazioni, poi, i proprietari di due noti negozi avrebbero fatto da tramite per la riscossione del pizzo presso altri esercizi. "Voglio precisare - dice ancora il pentito nel corso di un interrogatorio - che avevamo deciso di mutare il periodo in cui riscuotere il denaro non più a Pasqua e Natale ma a maggio e settembre, al fine di evitare una maggiore attenzione da parte delle forze dell'ordine". A custodire il 'libro mastro' con i nomi delle vittime del pizzo sarebbe proprio l'uomo finito oggi in manette e ritenuto il reggente del clan di Resuttana.
"Ho iniziato a collaborare dopo avere maturato un percorso interiore che mi ha indotto a dare un taglio netto alla mia vita precedente per garantire un futuro migliore ai miei figli e alla mia famiglia", ha confessato il neo-collaboratore di giustizia.
"Cosa nostra continua a subire duri colpi e attraversa una fase di difficoltà, ma non è in ginocchio, bisogna continuare a tenere alta la guardia". E' il monito del procuratore aggiunto Antonio Ingroia, intervenuto alla conferenza stampa per i tre fermi dei presunti mafiosi.

Fonte: Adnkronos

Nessun commento: