giovedì, gennaio 21, 2010

Dovevano uccidere Crocetta

GELA (CALTANISSETTA) - Le cosche di Gela erano pronte a uccidere l'ex sindaco Rosario Crocetta, attuale parlamentare europeo del Pd, e una cugina del Gip del tribunale di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, che i mafiosi credevano fosse la sorella del magistrato per la forte somiglianza tra i due. Secondo le intercettazioni ambientali effettuate dalla polizia, a partire da oggi, ogni giorno poteva essere quello giusto per fare scattare l'agguato, che le cosche preparavano da tempo per vendetta. Il piano criminale è stato sventato grazie alle indagini della squadra mobile di Caltanissetta e del commissariato di Gela, coordinati dalla Dda nissena, avviate dopo l'arrivo dal carcere di una lettera rivelatrice, fatta pervenire da un detenuto agli inquirenti. Così, durante la notte, è scattata l'operazione "Extrema Ratio", con la notifica in carcere di cinque ordinanze di custodia cautelare ad altrettanti esponenti di spicco della mafia di Gela, già in stato di detenzione per altri reati. I cinque provvedimenti restrittivi e la denuncia di correità nei confronti di altri quattro imputati (tutti detenuti), sono stati emessi dal gip, Marcello Testaquadra, su richiesta della Dda di Caltanissetta, con l'accusa di associazione mafiosa. Un fascicolo contenente le risultanze dell'indagine "Extrema Ratio" sarà inviato alla Dda di Catania, competente ad indagare e decidere, nell'ipotesi di un attentato ai danni di un magistrato di Caltanissetta. L'ex sindaco di Gela, Rosario Crocetta, è da lungo tempo nel mirino della mafia, per il forte impegno contro racket e usura e per i protocolli di legalità adottati negli appalti di opere pubbliche e nelle forniture comunali. Già nel 2003 la Stidda aveva deciso di ucciderlo, assoldando un killer lituano. Nel 2006, altra condanna a morte, stavolta di Cosa nostra. Crocetta aveva licenziato la moglie di Daniele Emmanuello da dipendente del Comune e aveva respinto la domanda per le case popolari presentata dai genitori. "Offese", queste, che il boss non gli perdonò mai, fino a quando non cadde sotto il fuoco della polizia, nel dicembre del 2007, a Enna, durante le operazioni della sua cattura. Anche nel 2009 fu sventato un piano per uccidere Crocetta. Le armi erano state fatte arrivare da Busto Arsizio, dove vive una folta colonia di gelesi. La vendetta trasversale contro il giudice, Giovanbattista Tona, invece sarebbe stata decisa dalle cosche gelesi perchè il magistrato, in qualità di gup in sede di giudizio abbreviato sta seguendo con il suo consueto impegno professionale una tranche importante del processo "Genesis" a carico di tutto il "gruppo di fuoco" del clan Emmanuello (durante gli anni di piombo della faida '88-'92) compresi i fratelli del boss, Davide e Alessandro Emmanuello. Non sono state ancora rivelate le modalità degli agguati con i quali la mafia avrebbe dovuto colpire Crocetta e la cugina (scambiata per la sorella) del giudice Tona, che è vice direttore in una banca di Mussomeli. In questi giorni, sia all'ex sindaco, Rosario Crocetta, che al giudice, Giovanbattista Tona, sarebbe stata potenziata la scorta.
20/01/2010
Fonte: La Sicilia

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