lunedì, dicembre 07, 2009

Qualcosa di strano.. Arrestati dopo 24 ore da Spatuzza?..

PALERMO - Ad appena 24 ore dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, un doppio colpo eclatante contro Cosa nostra. Due super latitanti della mafia, Gaetano Fidanzati e Gianni Nicchi, considerati capi storici, sono stati arrestati quasi in contemporanea. Il settantaquattrenne palermitano Fidanzati, uno dei boss appartenenti alla lista dei 30 ricercati per mafia più pericolosi, è stato catturato a Milano dagli agenti della Squadra Mobile in via Marghera mentre era in compagnia del cognato. Ha cercato inizialmente di dare delle generalità false agli agenti della squadra mobile. Poi, vistosi scoperto, non ha opposto resistenza e ha chiesto ai poliziotti delle sigarette. Fidanzati è stato arrestato dopo sei mesi di attività da parte degli agenti della squadra mobile di Milano. Il boss aveva appuntamento con un'altra persona. Era latitante dal 2008 quando nei suoi confronti furono emesse due ordinanze di custodia cautelare dal gip di Palermo: una per associazione a delinquere di stampo mafioso e una per omicidio.Per avere un'idea della sua posizione all'interno dell'organizzazione basta ricordare che nel '70 un'auto venne fermata casualmente a un posto di blocco. Dentro, con documenti falsi, c'erano, oltre a lui, Tommaso Buscetta, Salvatore Greco, Giuseppe Calderone, Gaetano Badalamenti e Gerlando Alberti, padrini che avevano e avrebbero fatto parlare a lungo di loro. Fidanzati è entrato a pieno titolo nel gotha dei trafficanti di droga mafiosi. Il suo nome è contenuto in inchieste su traffici mondiali di eroina e soprattutto cocaina di diverse procure italiane e nei dossier di investigatori Usa. E' ritenuto dagli investigatori uno dei più importanti boss del narcotraffico e dopo di lui sono stati arrestati per traffico di droga anche i figli, Guglielmo e Giuseppe, che avevano basi logistiche nel Nord Italia occupando spazi del mercato della cocaina in Veneto e Lombardia. Nicchi è stato preso dalla sezione catturandi della squadra mobile di Palermo nel capoluogo siciliano: si nascondeva in un appartamento al primo piano di Filippo Juvara 25. A soli 28 anni è considerato il numero tre di Cosa nostra palermitana. Si trovava in una palazzina di tre piani, a poche centinaia di metri dal Palazzo di giustizia di Palermo. Nicchi ha cercato di fuggire attraverso il pozzo luce dell'edificio. Secondo alcune indiscrezioni quello dove è stato fermato non sarebbe il covo principale del latitante, ma una base di appoggio in cui il mafioso si sarebbe rifugiato provvisoriamente. Era latitante da tre anni, da quando riuscì a sfuggire all'operazione di polizia denominata Gotha, che portò in cella i principali capi di Cosa nostra di Palermo. Il giovane mafioso è considerato il pupillo del capomafia Nino Rotolo. Barba lunga, con indosso un piumino nero, Nicchi è uscito dal portoncino guardando la gente di fronte. Con lui sono stati fatti uscire anche un giovane e una donna, probabilmente i due favoreggiatori. Sul citofono dell'appartamento in cui è stato preso il latitante c'è scritto "Amato-Pizzimenti". La casa è composta da una cucina, un bagno, un soggiorno e una camera da letto. E' piccola e sembra appartenere a persone non agiate. Nicchi è stato portato in questura ed è stato accolto dagli applausi della gente, mentre gli agenti della catturandi e molti poliziotti si abbandonavano a scene di esultanza. Gli agenti della catturandi che hanno arrestato Nicchi si sono affacciati alle finestre della mobile e hanno fatto il segno della vittoria salutando la folla nella piazza.I ragazzi del comitato Addiopizzo hanno intonato l'inno di Mameli. Alle finestre della mobile si è affacciato anche il capo della catturandi Mario Pignone, che il mese scorso, con gli stessi uomini aveva arrestato un altro boss latitante, Mimmo Raccuglia. Col il volto ancora coperto dal passamontagna i poliziotti hanno sventolato la maglietta con la scritta "Addiopizzo". Prima di arrivare alla mobile, Nicchi è stato portato dagli agenti davanti all'albero Falcone, luogo simbolico che ricorda le vittime della mafia. "Nella lista dei trenta latitanti più pericolosi, se continuiamo così, non resterà più nessuno".
05/12/2009

Fonte: La Sicilia

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